Evergrande: la crisi finanziaria cinese indebolisce il mondo
Ad avvisare i mercati sullo stato di crisi della società è stato il ministero dell’Edilizia abitativa e dello Sviluppo urbano-rurale della Cina, che ha comunicato alle banche principali creditrici del gruppo Evergrande di non aspettarsi di ricevere la prossima settimana i pagamenti dovuti, relativi agli interessi sui prestiti bancari in scadenza il prossimo 20 settembre.
L’intervento del governo cinese
Evergrande, che ha un debito di 305 miliardi di dollari e una grave crisi di liquidità, sta ancora discutendo la possibilità di ottenere estensioni e rinnovare alcuni prestiti, mentre lo stesso ministero ha convocato in settimana un incontro con le banche. Le autorità cinesi stanno gettando le basi per avviare una ristrutturazione del debito di fronte a una complessa rete di obbligazioni della società nei confronti di banche, creditori, fornitori e proprietari di case che rappresenta una tra le maggiori fonti di rischio finanziario per la Cina, se non stabilizzato.
Il crollo del rating
Dopo Moody’s intanto altre agenzie bocciano il gruppo. Standard & Poor’s ha tagliato il rating su Evergrande, portandolo a CC e con outlook negativo, a causa «dell’estremamente alto rischio di non pagamento» del debito nei tempi dovuti. Fitch ha spiegato la retroccessione di China Evergrande Group a CC da CCC+, sostenendo che 572 miliardi di yuan (88 miliardi di dollari) dei prestiti di Evergrande sono detenuti da banche e altre istituzioni finanziarie, ma le banche possono anche avere un’esposizione indiretta ai fornitori dello sviluppatore, ai quali sono dovuti 667 miliardi di yuan per beni e servizi.
I rischi di stabilità
“Le banche più piccole con una maggiore esposizione a Evergrande o ad altri sviluppatori vulnerabili potrebbero affrontare aumenti significativi dei prestiti in sofferenza (NPL), a seconda di come si sviluppa qualsiasi evento di credito che coinvolge Evergrande“, ha detto Fitch. Gli esperti dell’agenzia internazionale di rating hanno inoltre riferito che il rischio di una pressione significativa sui prezzi delle case in caso di insolvenza sarebbe basso, e si aspettano che il governo agisca per proteggere gli interessi delle famiglie per garantire le consegne delle case. Un’eventuale liquidazione del gigante cinese avrebbe infatti notevoli conseguenze, non solo sull’economia di Pechino ma anche sulla stabilità sociale cara ai vertici cinesi.
Tentativi di ripresa
Evergrande da parte sua respinge come totalmente false le voci ricorrenti di un suo potenziale fallimento, ma intanto i titoli continuano a perdere terreno alla Borsa di Hong Kong, dove con un ulteriore calo dell’1,87% hanno portato ad oltre l’80% la perdita negli ultimi sei mesi, dopo avere comunicato l’ingaggio di Houlihan Lokey (Cina) e Admiralty Harbour Capital come consulenti finanziari “per valutare la sua struttura del capitale, la liquidità ed esplorare tutte le soluzioni praticabili per alleviare l’attuale problema di liquidità e raggiungere una soluzione ottimale a tutte le parti interessate non appena possibile” Già circa due settimane fa, la compagnia aveva per la prima volta citato scenari complessi sulla ripresa delle attività di costruzione, la vendita di asset e il rinnovo dei finanziamenti, prima che si verificasse la crisi di liquidità.
Fonte: Corriere della Sera