Scoperto un anticorpo universale jolly: potenzialmente efficace contro un’ampia varietà di malattie, tra cui il Covid e le varianti. “Può neutralizzare una vasta gamma di questi microrganismi”.
Covid, scoperto un anticorpo universale jolly: ecco cos’è
L’anticorpo è potenzialmente efficace contro un’ampia varietà di coronavirus: dal Sars-CoV-2 di Covid-19, varianti comprese, al Sars-CoV-1 della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave che divenne epidemia mondiale tra il 2002 e il 2004, fino a ipotetici Sars-CoV-3 e Sars-CoV-4, che potrebbero comparire in futuro. La speranza di un’arma universale, da utilizzare in terapia e in prevenzione, arriva da uno studio americano pubblicato su “Science Translational Medicine”.
Da dove nasce questo anticorpo
Frutto di una collaborazione tra ricercatori della Duke University di Durham e della University of North Carolina di Chapel Hill, il progetto è sostenuto da diversi organismi Usa fra cui il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, nonché dal Dipartimento della Difesa.
Anticorpo identificato e testato
L’anticorpo è stato identificato da un team del Duke Human Vaccine Institute e testato su modelli animali alla Unc di Chapel Hill. Per isolarlo il gruppo di Barton Haynes, direttore di Dhvi, ha analizzato il sangue di un paziente Covid e di uno che era stato infettato dal virus Sars-CoV-1 della Sars. Su un totale di oltre 1.700 anticorpi individuati, gli scienziati ne hanno trovati 50 in grado di legarsi sia al virus della Sars sia a quello di Covid. Fra questi uno sembrava particolarmente potente, capace di agganciare anche svariati altri coronavirus animali. Testato dall’équipe Unc di Ralph S. Baric, l’anticorpo selezionato è riuscito sia a contrastare l’infezione una volta avvenuta sia a ridurre al minimo il numero di infezioni.
Le dichiarazioni
“Questo anticorpo si lega al coronavirus in una posizione conservata attraverso numerose mutazioni e variazioni – sottolinea Haynes – Di conseguenza può neutralizzare una vasta gamma di questi microrganismi”, presenti e futuri, ossia ancora non ‘saltati’ dall’animale all’uomo. “I risultati – auspica Baric – forniscono un modello per la progettazione razionale di strategie vaccinali universali, che siano a prova di variante e forniscano un’ampia protezione dai coronavirus noti ed emergenti”.