L’Italia resta in zona bianca ma com’è la situazione dei contagi Covid? L’Rt italiano è tornato sopra a 1 (a 1,15). Nel Nord-Est (tre regioni) i casi sono in risalita e il regime dei colori (giallo, arancione, rosso) potrebbe tornare a scandire la vita quotidiana. Bisogna guardare i posti letto occupati nei reparti ordinari e in terapia intensiva. Per orientarsi su cosa succederà nelle prossime settimane è inoltre necessario guardare a un altro, importante parametro: la percentuale di vaccinati contro il Covid che rappresenta il vero scudo anti epidemia.
Covid, quali regioni rischiano la zona gialla
L’inidenza ben 13 regioni. Friuli Venezia Giulia 139,6), Bolzano (189,1), Veneto (75,3), Trento (63), Campania (66,2), Lazio (63), Emilia Romagna (56,1), Calabria (52,5), Liguria (52,1), Sicilia (51,7), Umbria (51,4), Toscana (57,7), Marche (50,02).
Le regioni che rischiano la zona gialla
Friuli Venezia Giulia: nel giro di tre settimane la regione ha visto raddoppiare l’incidenza di nuovi casi positivi. 51, 96 e infine 139 nuovi contagi ogni 100mila abitanti. Quest’ultimo dato spicca nell’ultimo monitoraggio Iss. I livelli di saturazione degli ospedali sono questi: 9% di occupazione delle terapie intensive e l’8% dei reparti ordinari. Non aiuta la vicinanza con la Slovenia, Paese che sconta una percentuale bassa di vaccinati e quindi la mobilità transfrontaliera può rappresentare un motivo di rischio in più.
Bolzano: nella provincia autonoma l’incidenza è di 189 casi ogni 100mila abitanti. Ma soprattutto: un quarto della popolazione ha ritenuto di non doversi proteggere con il vaccino. Questo consente al virus di attecchire di più e meglio. Dai dati trasmessi all’Istituto superiore di Sanità, inoltre, si rileva che l’occupazione dei reparti ospedalieri in area non critica è pari all’11,6%, mentre le terapie intensive sono occupate al 3,8% (dato ancora sotto controllo rispetto alla soglia del 10%).
Veneto: l’incidenza è più alta della media nazionale (75,3 ogni 100mila abitanti) ma i reparti ospedalieri appaiono sotto controllo. 3,1% il tasso di occupazione dei reparti ordinari e il 3,9% il tasso di occupazione delle rianimazioni.
A sud preoccupa la Calabria
In Calabria si registra un affanno negli ospedali. Ha un’incidenza di 52 casi ogni 100mila abitanti ma un sistema sanitario che va sotto pressione facilmente. E infatti il 10,2% dei posti letto in area non critica risulta occupato: tanto basta a far scattare un campanello d’allarme se si pensa che il livello di guardia è il 15% e che i numeri sono in aumento. Le terapie intensive sono sature, invece, al 4,7% e il dato è in peggioramento (la soglia è il 10%).