La pillola anti Covid di Merck da oggi anche in Italia. Ma quando e come funziona? Distribuita alle Regioni dalla struttura commissariale di Figliuolo, molnupiravir è arrivata oggi, martedì 4 gennaio. A farlo sapere il 30 dicembre scorso era stata l’Agenzia italiana del farmaco Aifa nella nota in cui annunciava l’autorizzazione da parte del suo Cts di questo antivirale orale e dell’antivirale remdesivir “per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per Covid con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di una forma grave”.
La prima pillola antivirale contro il Covid di Merck per pazienti non gravi, tramite assunzione orale a casa con 5 giorni di trattamento, previene le ospedalizzazioni. Non è un’alternativa al vaccino ed è distribuita alle Regioni. Ecco come agisce e viene distribuito il molnupiravir
In Italia arriva oggi la pillola anti Covid: come funziona
Il molnupiravir – ricorda l’Aifa – è un antivirale orale, autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con decreto del ministero della Salute del 26 novembre scorso, il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse da 200 milligrammi 2 volte al giorno, è di 5 giorni.
La determinazione Aifa relativa alle modalità di utilizzo è stata pubblicata il 29 dicembre sulla Gazzetta ufficiale ed è diventata efficace dal 30 dicembre. Per la prescrizione del farmaco è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio accessibile online sul sito dell’Agenzia.
Per remdesivir – prosegue l’Aifa – è stata recentemente autorizzata dall’Agenzia europea del farmaco Ema un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigenoterapia ad alto rischio di Covid-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. Anche per questa nuova indicazione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, accessibile dal 30 dicembre sul sito dell’Agenzia.
Cos’è il Molnupiravir, quando si usa e come: bugiardino
La terapia, secondo la consulenza emessa dal Comitato per i medicinali a uso umano Chmp dell’ente regolatorio Ue, dovrà cominciare “il prima possibile” dopo la diagnosi, ed “entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi“. Il farmaco, che è disponibile in capsule, dovrà essere assunto “2 volte al giorno per 5 giorni“. Il suo utilizzo “non è raccomandato in gravidanza”. E l’allattamento al seno “deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento”.
Questi in sintesi alcuni dei contenuti principali dell”Advice’ rilasciato dal panel di esperti sull’uso di Lagevrio (noto anche come MK 4482). Il medicinale può essere utilizzato per trattare adulti con Covid che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di sviluppare malattia grave. Il consiglio emesso dal Chmp segue una revisione dei dati, compresi quelli sulla qualità del medicinale e i risultati degli studi completati e in corso. Come parte di questo consiglio, sono stati valutati i risultati intermedi dello studio principale su pazienti non ospedalizzati e non vaccinati con almeno una condizione di base che li metteva a rischio di Covid grave.
La pillola antivirale, somministrata alla dose di 800 milligrammi 2 volte al giorno, ha dimezzato il rischio di ospedalizzazione e morte quando il trattamento è iniziato entro 5 giorni dai primi sintomi. Circa un mese dopo l’inizio del trattamento, il 7,3% dei pazienti (28 su 385) che hanno assunto il farmaco, rispetto al 14,1% (53 su 377) di quelli che hanno preso il placebo, è stato ricoverato o ha avuto un esito infausto; nessuno dei pazienti del gruppo trattato è morto, rispetto agli 8 pazienti del gruppo placebo. In termini di sicurezza, gli effetti indesiderati più comuni riportati durante il trattamento e nei 14 giorni successivi all’ultima dose sono stati diarrea, nausea, vertigini e cefalea, tutti di entità lieve o moderata.
La pillola anti Covid per le donne incinte
Il farmaco non è raccomandato anche nelle donne che potrebbero iniziare una gravidanza e non utilizzano un contraccettivo efficace. Le donne che potrebbero restare incinte devono usare un contraccettivo efficace durante la cura e per 4 giorni dopo l’ultima dose di Lagevrio, precisa l’Ema. “Queste raccomandazioni sono fornite poiché studi di laboratorio sugli animali hanno dimostrato che dosi elevate” del medicinale “possono influire su crescita e sviluppo del feto”. L’antivirale orale agisce riducendo la capacità di Sars-CoV-2 di moltiplicarsi nell’organismo e lo fa aumentando il numero di mutazioni nel materiale genetico del virus (Rna).
Chi lo può ricevere e come
Il medicinale è autorizzato per il «trattamento dei pazienti Covid-19 non ricoverati con recente insorgenza di malattia da lieve a moderata e con condizioni cliniche sottostanti che possono rappresentare fattori di rischio specifici per lo sviluppo di Covid-19 grave».
Molnupiravir è un antivirale orale che deve essere assunto in caso di positività al Covid entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Il trattamento dura 5 giorni e consiste in 4 capsule (800 mg totali) da prendersi due volte al giorno. Il suo utilizzo non è raccomandato in gravidanza e l’allattamento al seno «deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento». Previene le ospedalizzazioni.
Chi lo distribuisce
«L’accesso al molnupiravir segue lo stesso flusso degli anticorpi monoclonali — spiega Filippo Drago, esperto della Società Italiana di Farmacologia (SIF) —. I pazienti vengono selezionati dai medici di medicina generale o dagli ospedali. Le Regioni decidono come distribuirlo: presumibilmente all’inizio il farmaco sarà presente nelle farmacie ospedaliere, in seguito nelle farmacie autorizzate. Al paziente non dovrebbe costare nulla. Ci potranno essere alcune Regioni che richiederanno accertamenti preliminari (come tampone ed eventuale dimostrazione di fragilità)».
Come funziona
Il molnupiravir produce alterazioni del materiale genetico (Rna) del virus durante la replicazione in modo da renderlo incapace di moltiplicarsi. Secondo i produttori (il colosso farmaceutico americano Merck Sharp & Dohme in partnership con Ridgeback Biotherapeutics) la pillola non colpisce la proteina spike del Covid per questo la sua efficacia sarebbe garantita a prescindere dalle varianti presenti e future. Due sono i problemi relativi al farmaco in questione: l’efficacia nel prevenire le ospedalizzazioni è bassa ed è scesa nel corso del tempo quando si precisavano i dati dello studio di Fase 3. Dall’iniziale 50% di riduzione dei decessi e ricoveri si è arrivati al 30% riguardante i dati di tutti i partecipanti iscritti nel trial (1.433 pazienti). Alcuni Stati hanno deciso di rivedere gli ordini di acquisto del medicinale.
L’altra difficoltà è somministrare il farmaco in tempo: deve essere assunto entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, ma arrivare a intercettare la malattia così rapidamente non è scontato. Non è detto che un paziente all’esordio dei sintomi (comuni a molte altre malattie virali) venga subito sottoposto a tampone, specie in un momento come questo dove i tamponi processati continuano ad aumentare.
Non sostituisce il vaccino, ecco perché
Per persone considerate a rischio, il farmaco può offrire un’arma in più. Non è alternativo alla vaccinazione, però, non solo per la sua bassa efficacia, ma anche perché, come gli altri farmaci, ha una durata d’azione limitata: la concentrazione dei principi attivi si abbassa e, dopo un paio di giorni, il medicinale sarà scomparso dall’organismo. Il vaccino, invece, agisce sul sistema immunitario, che, dopo essere stato istruito, è in grado di combattere per mesi contro il virus.
In caso si faccia parte di alcune categorie di persone che non rispondono bene all’immunizzazione e che quindi, sebbene in maniera inferiore rispetto ai non vaccinati, possono correre il rischio di aggravarsi con il Covid, il molnupiravir può risultare molto utile.
Le tappe e l’arrivo della pillola Pfizer
È stato il primo farmaco in pillole indicato per la cura dell’infezione da coronavirus a essere registrato. L’agenzia regolatoria britannica (Mhra) lo ha autorizzato per prima, il 4 novembre scorso. A marzo dovrebbe prendere il via la distribuzione del secondo antivirale autorizzato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), il Paxlovid brevettato da Pfizer, che agisce e si prende in modo simile alla pillola Merck ma, secondo i test più recenti effettuati dall’azienda, ha un’efficacia dell’89%.
La ripartizione regionale
Ecco la ripartizione Regione per Regione: all’Abruzzo 360 confezioni, alla Basilicata 60, alla Calabria 120, alla Campania 480, all’Emilia Romagna 840, al Friuli Venezia Giulia 240, al Lazio 1.680, alla Liguria 1.080, alla Lombardia 1.800, alle Marche 600, al Molise 60, al Piemonte 739, alla Provincia autonoma di Bolzano 60, alla Provincia autonoma di Trento 60, alla Puglia 240, alla Sardegna 60, alla Sicilia 360, alla Toscana 1.440, all’Umbria 60, alla Valle d’Aosta 120, al Veneto 1.440.