Cammina per 12 ore con il padre in spalla per garantirgli il vaccino anti Covid. È il medico Erik Jennings Simões a raccontare la storia di Tawy, giovane indigeno della comunità Zo’e, sul suo profilo Instagram in un post che sta facendo il giro del mondo.
Covid, cammina 12 ore con il padre in spalla per garantirgli il vaccino
La foto di Tawy, 24 anni, con il padre Wahu, 67 anni, sulle spalle risale all’anno scorso, all’inizio della campagna di vaccinazioni in Brasile, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. Jennings ha deciso di pubblicarla il 2 gennaio scorso come “momento più significativo” del suo 2021 per sensibilizzare, all’inizio del nuovo anno, sull’importanza della vaccinazione per sconfiggere il Covid: “Arriva il 2022”, scrive il medico, “e nessun caso di COVID-19 è stato registrato nella popolazione degli Zo’e”. “Una bella dimostrazione del loro legame”, ha detto il medico alla BBC.
L’assenza delle fake news
“Nessuno ha fatto resistenza. Con altri popoli, bersagliati di fake news, come i Kayapó, i Suruní e i Mundurukú, è stato più complicato. Spesso le notizie false fanno più danni del Covid… Gli Zo’é, che si erano autoisolati fin dall’inizio della pandemia, ci hanno solo chiesto di non entrare nei villaggi” ha spiegato il medico.
La foto non è del 2015
Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia secondo cui la foto diventata virale sarebbe stata scattata nel 2015, dunque molto prima dell’inizio della pandemia. A spiegare come stanno le cose, è il sito specializzato facta.news:
La foto è reale ed è stata pubblicata il 2 gennaio 2022 dal dottor Jennings Simões sul proprio profilo Instagram, come si può verificare qui. Nel condividere lo scatto, Simões ha scritto che l’immagine ritraeva il «momento più straordinario del 2021» quando un giovane di nome Tawy Zoé ha portato per sei ore sulle proprie spalle suo padre Wahu Zoé per fargli fare la prima dose di vaccino contro la Covid-19. A fine vaccinazione, Tawy ha poi trasportato suo padre per altre sei ore per far ritorno al proprio villaggio, ha scritto ancora Simões che ha concluso il suo messaggio social affermando che a inizio 2022 nella tribù indigena di Zoé non era stato registrato nessun caso di nuovo coronavirus.
Dopo che l’immagine è diventata virale, la sezione della Bbc attiva in Brasile ha intervistato il dottor Jennings Simões che ha dichiarato di aver scattato lui stesso la foto in questione lo scorso anno, a gennaio 2021, all’inizio della campagna di vaccinazione contro la Covid-19 in Brasile, e confermato la storia dietro a essa, spiegando che il padre di Tawy Zoé aveva difficoltà a camminare perché quasi cieco e con problemi urinari cronici. Simões ha inoltre affermato di averla condivisa a gennaio 2022, cioè un anno dopo averla scattata, per inviare un «messaggio positivo all’inizio del nuovo anno». La foto è stata quindi scattata a gennaio 2021 e condivisa sui social a gennaio 2022 dal suo stesso autore.
Passiamo ora all’articolo della Bbc pubblicato a gennaio 2015 e usato dall’autore del post oggetto di verifica per sostenere erroneamente che la foto non fosse stata scattata durante la pandemia di Covid-19. L’articolo in questione si può trovare qui, parla dell’inflazione in Brasile e come si scopre aprendo il link al suo interno non compare l’immagine del giovane indigeno che porta in braccio suo padre. Come è possibile allora che nei risultati della ricerca effettuata tramite lo strumento di ricerca di immagine di Google la foto accompagni l’articolo del 2015? Questo succede perché, come avevamo spiegato in precedenza su Facta, Google images talvolta rimanda a immagini non attinenti con l’articolo, ma comunque contenute nel sito web che lo ospita.