Cronaca

Covid, Speranza: “Le mascherine al chiuso sono ancora importanti”

Fino a quando la mascherina resterà obbligatoria al chiuso ? Se il miglioramento dei dati continua, “lavoreremo nelle prossime settimane per superare lo stato d’emergenza“. A indicarlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, avvertendo però che “il Covid non prende l’aereo e va via il 31 marzo”.

Covid, fino a quando la mascherina resterà obbligatoria al chiuso

“Possiamo decidere formalmente di superare l’emergenza, ma alcune cose dovremo conservarle”. Perché anche se “con il 91% di over 12 vaccinati e la variante Omicron c’è un contesto diverso”, nel percorso “serve gradualità“. Ad esempio, “le mascherine al chiuso sono ancora importanti”.

Covid, il calendario della fine delle restrizioni in Italia

Come riportato dal Corriere della Sera, la data chiave è il 31 marzo, ultimo giorno dello stato di emergenza che fu dichiarato dal governo di Giuseppe Conte il 30 gennaio del 2020. Se i contagi continueranno a calare, tra quaranta giorni Palazzo Chigi toglierà ufficialmente la cornice che ha consentito due anni di norme speciali per contrastare il Covid-19. E la via verso il ritorno alla normalità sarà spianata.

Stato di emergenza

ll premier Mario Draghi ha già deciso. Salvo improvvisi peggioramento del quadro epidemiologico, il 31 marzo sarà l’ultimo giorno dello stato di emergenza. Si torna dunque alla gestione ordinaria.

La campagna vaccinale

La struttura emergenziale guidata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo sarà smantellata e l’idea che prevale nelle stanze della presidenza del Consiglio è di riportare tutte le competenze al ministero della Salute, a cominciare da quel che resterà della campagna vaccinale. L’ipotesi di spostare le responsabilità di Figliuolo sulle spalle di Fabrizio Curcio alla Protezione civile sembra tramontata. Ma se l’Ema dovesse dare il via libera alla quarta dose di vaccino, il governo potrebbe chiedere aiuto all’esercito e alla stessa Protezione civile per le somministrazioni.

Lo smart working

Con la fine dello stato di emergenza le aziende dovranno contrattare con i dipendenti le modalità per lo smart working che non è più obbligatorio.

Italia a zone

Non così scontata sembra invece l’archiviazione il 31 marzo del sistema delle fasce di rischio a colori. In Parlamento è stato approvato un ordine del giorno di FdI che impegna il governo ad attuare iniziative per superarlo. L’ipotesi più probabile è che rimanga soltanto la “zona rossa” in modo da intervenire qualora dovessero crearsi focolai.

Green pass

Le decisioni sul destino del green pass s aranno assunte dopo il consueto iter preparatorio tra cabina di regia e Consiglio dei ministri, non ancora convocati. Ma l’orientamento del governo è stabilire tappe graduali per eliminare progressivamente la certificazione verde, senza far correre rischi alla popolazione.

Bar e ristoranti

Il primo obbligo a cadere, dall’1 aprile, sarà quello di mostrare il green pass rafforzato per consumare all’aperto ai tavoli di bar e ristoranti. Al chiuso si ipotizza a giugno.

Sport e piscine

Nel governo si lavora per eliminare, sempre a partire dal primo giorno di aprile, la certificazione verde rilasciata a guariti e vaccinati per accedere alle piscine all’aperto e per praticare sport all’esterno . Al chiuso sarà invece uno degli ultimi obblighi a cadere.

Vaccino obbligatorio

Non è ufficiale, ma la decisione è presa: l’obbligo vaccinale per i sanitari, i docenti, le forze dell’ordine e i lavoratori con più di cinquant’anni di età resterà in vigore fino al 15 giugno. Da quella data comincerà il percorso per eliminare l’obbligo di green pass rafforzato per entrare negli uffici, nelle aziende e in ogni altra sede di lavoro.


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