Cronaca, Economia

Farina finita nei mulini, da domani pane a 4 euro al chilo | ECCO DOVE

Quanto costa il pane a Napoli e in Campania? Da lunedì 14 marzo il rischio dei lievitati rischia di aumentare sensibilmente, arrivando a 4 euro al chilo. Tra un primo rialzo ed i timori per lo sciopero dei trasporti la prossima settimana, in molti hanno preso d’assalto i supermercati. Soprattutto per acquistare alcuni alimenti che, con la guerra in Ucraina, si teme possano scomparire dai nostri scaffali. Come la farina, già terminata in alcuni supermercati in Campania. Vediamo insieme cosa c’è da aspettarsi nei prossimi giorni.

Quanto costa il pane a Napoli e in Campania: cosa succede dal 14 marzo

In merito al costo del pane è intervenuto Giuseppe Pappacena, 63 anni, imprenditore della panificazione di una famiglia attiva da quattro generazioni nel settore, e presidente da oltre 10 anni dell’Associazione Provinciale Panificatori Liberi Napoletani (Appln), nata nel 1904.

Ai microfoni di Fanpage, Pappacena ha spiegato: “Il problema sembra riguardi la Guerra in Ucraina. Una crisi così non l’avevo mai vista. Dopo 3 anni di difficoltà per il Covid non ci voleva proprio. È peggio del lockdown, almeno in quel caso avevamo la farina. Adesso ci manca proprio la materia prima, i costi di produzione sono triplicati, se il Governo non ci aiuta non so come supereremo questo mese”.

Perché il pane costa di più

“I panificatori sono in difficoltà. Da due settimane le spese per produrre il pane sono triplicate. Era cominciato con l’aumento della bolletta dell’elettricità e del gas già ad inizio anno e adesso si è passati alla farina. Dobbiamo per forza aumentare il prezzo del pane. Ci dispiace farlo, perché sappiamo che è un alimento che usano tutte le famiglie. Ma l’alternativa è chiudere e non averlo proprio”.

Il problema sono gli approvvigionamenti. Al momento i mulini ci hanno comunicato che non riescono a trovare grano e che per questo non possono assicurare gli ordinativi. Noi panificatori veniamo informati di mattina in mattina su qual è la disponibilità. Ma se chiedo 100 quintali, me ne mandano la metà. Non so se davvero non ci sia la farina nei mulini, ma questo è quello che ci hanno comunicato. In Italia peraltro non si produce più grano da anni, ormai. Abbiamo preferito comprarlo all’estero, in Ucraina o Russia, perché i loro prezzi erano inferiori”.

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