In rete sta girando la falsa notizia secondo cui Liliana Segre ha affermato che “Il nazismo ucraino è buono, non è come quello tedesco“. Queste sarebbero, secondo alcuni utenti di Twitter, le parole pronunciate dalla superstite dell’Olocausto. La senatrice è una testimone della Shoah italiana, ma a quanto pare, questo non è bastato per fermare i commenti che la definiscono una esaltatrice del “nazismo ucraino”.
Liliana Segre e il nazismo ucraino
“Se è vero che la Segre ha detto questa cosa, non si può sentire”, twitta una utente. “Se davvero Liliana Segre ha pronunciato questa frase, occorrerebbe, a mio modesto parere, toglierle il titolo di senatore a vita”, scrive un altro. Seguono poi altri commenti, alcuni dei quali volti a difendere Liliana Segre: “Spero vi rendiate conto che è una bufala” è il leitmotiv.
Il sostegno alla resistenza ucraina
Il sostegno alla resistenza ucraina contro l’invasore russo è assai nota da parte della senatrice Liliana Segre. In vista del 25 aprile, aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera: “L’equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta”. Aveva, inoltre, detto che “sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno “trovato l’invasor”“.
Il discorso della Senatrice
Durante il suo videomessaggio alla giornata di apertura del XVII Congresso Nazionale ANPI al Palacongressi di Riccione, la senatrice aveva effettivamente parlato della guerra in Ucraina, ma ovviamente utilizzando altri termini:
“Non è concepibile nessuna equidistanza; se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà», aveva detto. A pochi giorni dal 25 aprile, la Festa della Liberazione, la senatrice a vita era poi tornata su quanto detto al Congresso: «Mi auguro al più presto la pace. Il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta. La pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto”.