Diritto

Nella mente di un pedofilo: analisi di un crimine in aumento

Il 14 ottobre scorso, a Roma, un uomo di 33 anni è stato arrestato con l’accusa di aver abusato della figlia di soli due anni e di aver divulgato online filmati dei ripetuti abusi ai danni della piccola. Una notizia che ha sconvolto e indignato l’opinione pubblica e che ha riacceso il faro su un fenomeno antico quanto il mondo, sebbene ancora oggi sottovalutato: la pedofilia, un fenomeno che nei giorni nostri risulta addirittura in aumento, soprattutto online.

Pedofilia: i dati in Italia

Dati alla mano, infatti, in Italia nel 2021 sono stati registrati ben 5316 casi di pedopornografia, un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. Prima di iniziare la disamina del fenomeno, nonché del profilo del pedofilo, occorre fare una doverosa premessa: la pedofilia, al contrario di quanto si possa pensare, non è un fenomeno nato nei giorni nostri, al contrario, è un fenomeno che accompagna da sempre la storia dell’uomo. Sin dall’antichità, infatti, si hanno dei riscontri di questo turpe crimine, si pensi all’Antica Grecia. Nell’antica società ellenica la pedofilia non solo era molto diffusa ma era addirittura una pratica tollerata.

Basti pensare che i bambini all’età di 8 anni venivano iscritti alle scuole di filosofia, arte o politica dove, oltre alla suddette materie, i docenti insegnavano ai propri alunni ‘’l’ars amandi’’, ovvero ‘’l’educazione all’amore e alla sensualità’’, questi insegnamenti non di rado diventavano dei veri e propri abusi ai danni dei bambini. Lo stesso dicasi dell’antica Roma, dove l’orribile crimine risultava essere una pratica comune e, purtroppo, tollerata.

Il reato

La pedofilia è riconosciuta nel DSM –V (manuale statistico e diagnostico dei disordini mentali) come una parafilia, ovvero un disturbo del comportamento sessuale. Secondo il DSM, affinché si possa parlare di pedofilia, in un soggetto devono sussistere i seguenti sintomi:

  • Fantasie o comportamenti di natura sessuale che durano da almeno sei mesi e che coinvolgono bambini di età pari o inferiore a 13 anni
  • Le suddette fantasie provocano disagio eo difficoltà sociali al soggetto che le sperimenta
  • Il soggetto ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni più grande del bambino oggetto delle sue fantasie

Dunque, per poter parlare di pedofilia è necessario che la vittima abbia un’età pari o inferiore a 13 anni, qualora infatti il minore oggetto delle fantasie abbia più di 13 anni si parlerà di efebofilia, ovvero una parafilia che indica l’attrazione sessuale per gli adolescenti. Non tutti i pedofili passano all’azione perpetrando abusi, alcuni infatti si limitano a vivere la propria devianza come mera fantasia, senza mai abusare fisicamente dell’oggetto delle loro fantasie. Altri, invece, concretizzano la propria devianza sessuale, mettendo in atto delle vere e proprie strategie di seduzione per adescare le giovani vittime.

Le tipologie

In questo contesto, è possibile fare una prima distinzione tra pedofilo situazionale e pedofilo preferenziale. Il pedofilo situazionale, come già suggerito dalla parola, è una persona che possiede una sessualità (e quindi una vita sessuale) nella norma che però, occasionalmente, subisce l’influsso della devianza pedofilica. Questo tipo di pedofilo è ritenuto meno pericoloso, in quanto non sempre concretizza la sua devianza e quando lo fa si tratta di abusi di lieve entità. Al contrario, il pedofilo preferenziale è colui che fa della sua devianza una predilezione nell’orientamento sessuale, cercando attivamente le sue vittime e concretizzando la sua perversione in abusi, spesso completi. Questo tipo di pedofilo è ritenuto altamente pericoloso, essendo spesso un soggetto psicopatico o sociopatico e, non di rado, con delle tendenze sadiche.

Generalmente, il pedofilo è una persona che nell’infanzia o nell’adolescenza ha subito un trauma che ha ‘’bloccato’’ il suo sviluppo psico-sessuale, in questo contesto si riconoscono due categorie di pedofili: il pedofilo fissato e il pedofilo regredito. Il pedofilo fissato è colui che ha subito nell’infanzia un trauma di natura emotiva o sessuale che ha, di fatto, arrestato il suo sviluppo sessuale, portandolo quindi da adulto a relazionarsi con individui immaturi che egli però reputa suoi pari e con cui si sente a suo agio, come, appunto, i bambini. Il pedofilo regredito, invece, è una persona che ha conseguito un adeguato sviluppo sessuale ma, a un certo punto della sua vita, ha subito un trauma che ha portato a una regressione del suo livello di maturità sessuale, una regressione che lo porterà a relazionarsi con i bambini. Quasi sempre i pedofili sono uomini, le donne rappresentano solo l’1% totale dei pedofili individuati. ‘’La pedofila’’ generalmente ha una scarsa pericolosità per quanto riguarda l’entità e l’intensità degli abusi messi in atto.

Non è raro che i pedofili (soprattutto preferenziali) scelgano deliberatamente di dedicarsi ad attività che li portino a stare a contatto con bambini (tra cui anche la vita ecclesiastica), in modo da poter più facilmente individuare le vittime e di carpire la loro fiducia con lusinghe e raggiri. Non è altresì raro che il pedofilo rivolga le sue lusinghe e le sue strategie seduttive anche ai genitori del bambino, al fine di creare un clima di fiducia, funzionale alla commissione dell’abuso. Per quanto riguarda la parte legale, il nostro Codice Penale non parla di pedofilia ma di Atti sessuali con minorenne. L’art. 609 quater c.p. prevede infatti una pena da 5 a 10 anni di reclusione (salvo aggravanti) per chiunque compia atti sessuali con un minore di età inferiore agli anni 14, uniformandosi quindi alla definizione scientifica di pedofilia contenuta nel DSM. Una domanda che spesso ci si pone quando si viene a conoscenza di un caso di pedofilia riguarda il recupero, è possibile curare e guarire un pedofilo? Generalmente si, vi sono però delle eccezioni. I pedofili situazionali di solito sono coscienti della propria devianza e non di rado si sottopongono volontariamente alle terapie. Per questo tipo di pedofilo è lecito e realistico sperare in un recupero. Per quanto riguarda invece il pedofilo preferenziale la situazione è diversa, in quanto questo tipo di pedofilo rifiuta le terapie e, anche quando le accetta, queste si dimostrano inefficaci nel ridurre la sua devianza.

Nello specifico, i pedofili attratti da bambini di età compresa tra i 2 e i 7 anni possiedono un quadro clinico estremamente compromesso, rendendo il recupero molto difficoltoso e l’unica terapia realmente efficace sembra essere la castrazione chimica. Purtroppo spesso viene data poca o nulla importanza all’aspetto terapeutico (in una prospettiva di recupero) di questi soggetti, eppure l’evidenza ci dimostra che la sola misura detentiva non è in grado di ridurre i loro comportamenti.

Questo è stato reso evidente da alcuni casi di cronaca riguardanti pedofili che, anche dopo anni trascorsi in carcere, una volta in libertà hanno ripreso a commettere abusi ai danni di bambini.

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