Inchiesta

Clima 2022, record negativo: aumenta la temperatura e la salinità dell’oceano

Il 2023 si apre con un record negativo per il clima, in forte aumento la temperatura e la salinità delle acque dell’oceano. Al primo posto per riscaldamento delle acque c’è proprio il bacino del Mediterraneo.

Clima 2022: le acque dell’oceano si stanno riscaldando

Secondo lo studio “Another year of record heat for the oceans” pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science nel 2022, per il settimo anno, la temperatura delle acque dell’oceano è salita segnando un nuovo record. L’articolo è stato firmato da un team di 24 ricercatori tra cui troviamo anche due scienziati italiani. Simona Simoncelli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e Franco Reseghetti dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Tim Boyer della Ncei/Noaa (Centri nazionali per l’informazione ambientale) commenta :”I dataset sono consistenti ed entrambi mostrano un valore record di calore accumulato nei primi 2000 metri di profondità dell’oceano nel 2022″. Secondo la ricerca, infatti, il contenuto di calore dell’oceano stimato nel 2022 tra la superficie e i 2000m di profondità è aumentato di circa 10 volte rispetto al 2021. Continua Boyer:”Per dare un’idea della enormità del valore di energia accumulato, 10 Zj di calore possono mantenere in ebollizione 700 milioni di bollitori da 1,5 litri di acqua per tutta la durata dell’anno”

Il professor Lijing Cheng dell’Accademia Cinese delle Scienze, primo autore del lavoro, ha commentato:” Il riscaldamento globale dell’oceano continua e si manifesta sia con nuovi record del contenuto termico delle acque ma anche con nuovi valori estremi per la salinità. Le aree già salate diventano ancora più salate, mentre le zone con acque più dolci diventano ancora meno salate: c’è un continuo aumento dell’intensità del ciclo idrologico“.

Clima 2022: le conseguenze del riscaldamento dell’oceano

I dati acquisiti nel 2022 confermano che i fenomeni riscontrati dagli scienziati continuano su scala globale ma non in modo omogeneo su scala globale. Tra le tante conseguenze, l’aumento della salinità delle acque potrebbe alterare i meccanismi di scambio tra l’atmosfera e l’oceano. Questo è un fattore che può causare la de-ossigenazione all’interno della colonna d’acqua, pericoloso non solo per la vita e gli ecosistemi marini, ma anche per gli esseri umani e gli ecosistemi terrestri. Tutto questo, infatti, contribuisce a ridurre la biodiversità marina costringendo diverse specie ittiche a spostarsi. Le migrazioni mettono in difficoltà non solo le comunità di pescatori ma anche il modo di interagire delle popolazioni con l’ambiente circostante.

Il Mediterraneo è il bacino che si scalda più velocemente

 

Tra i bacini che si scaldano più velocemente analizzati nello studio c’è il nostro Mar Mediterraneo. I dati del modello di rianalisi del Mediterraneo prodotti e distribuiti dal servizio marino europeo Copernicus indicano invece una sua diminuzione rispetto al 2021. La differenza è probabilmente da attribuire alle diverse tecniche di elaborazione dei dati anche se ulteriori approfondimenti sono già in corso.

Simona Simoncelli : “Ingv ed Enea collaborano già nell’ambito del progetto MACMAP, finanziato da INGV e condotto in collaborazione con la Grandi Navi Veloci, che punta a studiare il cambiamento climatico con il monitoraggio su base stagionale della temperatura dei Mari Ligure e Tirreno lungo la tratta Genova-Palermo e ad analizzare i dati di rianalisi e i modelli climatici che vanno dal 1950 al 2050.”

Franco Reseghetti: “La collaborazione con questo team internazionale, in particolare con il professor Cheng, ci permette di mantenere alta l’attenzione sul riscaldamento globale e il suo impatto sull’oceano e di conseguenza sull’uomo e le attività economiche a esso strettamente correlate. Riteniamo che continuare a monitorare sistematicamente questi cambiamenti nell’oceano rimanga l’unico modo per comprendere ed essere maggiormente consapevoli delle loro conseguenze e per poter elaborare strategie efficaci di mitigazione e adattamento“.

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