Le parole del parroco Don Walter Insero al funerale del conduttore e giornalista Maurizio Costanzo: è stato un uomo ironico ed estremamente generoso. Il ricordo personale del parroco casertano per l’ultimo saluto a Costanzo.
Don Walter al funerale di Maurizio Costanzo: ironico e generoso
“Ho incontrato Maurizio pochi anni fa, circa due anni fa […] pensavo di trovarmi davanti un giornalista anticlericale, magari con un approccio un po’ mangiapreti, ho trovato una persona accogliente, amorevole, che mi ha fatto subito una battuta, una battuta simpatica, poi alla fine abbiamo conversato: “Ma lei è un prete vero?” -“Si io ci provo“.
“Mi colpì perché mi ha raccontato la sua infanzia, mi ha raccontato della sua parrocchia in zona quartiere Piazza Bologna e mi colpì tanto perché diceva Quanto lavoro fanno le parrocchie sul territorio”. E alla fine lui mi fece anche una battuta, mi dice anche “Mi sa padre che io dovrò venire da lei” e io dissi “Signor Costanzo io non accetto prenotazioni […]Mi fece capire che il suo desiderio, era di poter un giorno, quando il signore lo avrebbe chiamato a sé, che tutti lo avremmo potuto salutare qui e pregato per lui.
Il sogno di fare il giornalista
“Maurizio sin da bambino voleva fare il giornalista, pensate che addirittura giocava con la saponetta e con quella faceva da microfono, perché voleva intervistare e voleva comunicare. Questa dote ,questo carisma lui li ha sentiti fin da giovane. A 17 anni si propone al Paese Sera e voleva iniziare a lavorare, a scrivere per questo giornale e lo fa con tenacia, quindi determinato.[…]non era previsto un compenso però avrebbe potuto scrivere e lo ha fatto. Gli hanno chiesto come primo incarico di raccontare il Tour De France e di farlo da qui. Quindi lui lo seguiva e raccontava, documentandosi su ogni tappa in modo tale da farne un racconto quotidiano. E si firmava Maurice Costanzò. Quindi inizia così, con questa intraprendenza.”
Le parole di Don Walter sulla curiosità di Maurizio Costanzo
“Maurizio è stato un uomo molto intelligente, estremamente curioso. La sua curiosità lo ha portato nel tempo a cercare la verità, a scoprire. Tendeva ad annoiarsi, per cui non riusciva a stare fermo, era molto attivo, e progettava e lavorava come ha fatto anche negli ultimi giorni in clinica. Maurizio è stato un uomo umile, nonostante il successo, la popolarità, ha condotto e conduceva una vita molto semplice. È stato un uomo leale, manteneva la parola data e rispettava le opinioni degli altri, senza giudizio e senza giudicare la diversità, con uno sguardo accogliente, propenso a capire le ragione degli altri.
Era un uomo molto abitudinario, tendenzialmente pigro […]riempiva la sua agenda di appuntamenti scadenzati periodici, quindi vedeva le persone, i suoi collaboratori dalle nove del mattino. Questa curiosità lo portava ad ascoltare gli altri, a conoscere le persone, le loro storie e riusciva subito anche a capire, questo l’ho percepito anche io , perché ho percepito una grande empatia e una simpatia, che poi è stata ovviamente reciproca. Lui prima di ascoltare, intuiva, percepiva, sentiva l’altro. Se sentiva una persona sincera, una persona che non aveva secondi fini, che non aveva voglia di approfittare magari di lui, era in buona fede, si apriva, altrimenti poteva essere anche , non dico freddo, però tagliava veloce, tagliava corto.
È stato un uomo ironico, amava ridere e far ridere, nel suo lavoro un po’ cinico ma mai nella vita. È stato un uomo estremamente generoso. Mi ha colpito che tante persone, con le quali ho parlato, hanno detto “non perdo solo un maestro, una persona di riferimento, ma anche un padre“. Eppure lui i suoi figli ce li ha, però ha avuto un amore paterno, una cura anche verso chi lavorava con lui.
Era molto goloso e ogni tanto so che gli veniva spacciato un po’ di cioccolato fondente di nascosto[…]. poteva arrabbiarsi , fare una sfuriata ma dopo 5 minuti era un po’come se non fosse successo niente, non covava rancore non aveva risentimento, non gli apparteneva, dimenticava”.
Il rapporto di Costanzo con la famiglia e gli amici
“Amava i suoi figli Camilla Saverio e Gabriele con i quali ha avuto un bellissimo rapporto ricco di gesti, di dialogo, di vicinanza. Era felice dei suoi nipoti, Bernardo, Nina, Brando e Tito, era molto affezionato a loro. Il suo rapporto con Maria è un rapporto di tenerezza, di stima, di amore, condivisione, complicità.
Uno dei valori più importanti che Maurizio ha testimoniato è stata l’amicizia. Grandi amici che ha sempre un po’ rimpianto come Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Enrico Vaime, poi l’amico del cuore Giorgio Assumma. Quindi persone che hanno fatto un tratto importante di strada con lui. Maurizio ha testimoniato un forte senso di protezione nei confronti dei suoi cari e dei colleghi. Ha aiutato molti artisti nel momento del bisogno. Non era attaccato al denaro, riusciva a usarlo per condividerlo anche con gli altri”
La religione per Costanzo
“Non si professava credente, non lo era in senso stretto, era molto rispettoso. Negli ultimi tempi si è sempre più avvicinato ai valori cristiani, si è sempre chiesto cosa ci fosse dietro l’angolo e quindi dopo la morte. Si è interrogato molto anche con me, e ho visto un uomo affascinato dalla figura di Gesù“.