Cronaca

Liceo di Bologna nega l’esame di Maturità a una ragazza con la sindrome di Down

Nina Rosa Sorrentino, una ragazza di 19 anni con la sindrome di Down, si è vista negata dal suo liceo la possibilità di sostenere l’esame di Maturità. La storia arriva da Bologna, e viene raccontata dai genitori al Corriere della Sera, proprio nella Giornata Mondiale delle persone con la Sindrome di Down, che viene celebrata ogni anno il 21 marzo.

Liceo nega l’esame di Maturità a Nina, ragazza con sindrome di Down

Nina Rosa Sorrentino, era desiderosa di affrontare l’esame di Maturità, prima che le venisse negata quest’occasione. Il Liceo Sabin di Bologna ha motivato così la decisione presa: “L’esame per lei sarebbe troppo stressante”. La 19enne, appassionata di musica e danza, al seguito della decisione della sua scuola, ha deciso di abbandonare gli studi.

L’episodio è stato denunciato dai genitori di Nina al Corriere della Sera. “Il futuro di nostra figlia ora è in sospeso, ma per lei vogliamo puntare al massimo delle sue possibilità, è un suo diritto”. Alessandro e Francesca, papà e a mamma di Nina, hanno chiesto più volte agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia.

La coppia chiedeva di passare dal programma differenziato per gli alunni certificati, che alla fine del quinquennio fa ottenere solo un attestato di competenze a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Nonostante le richieste fossero partite già all’inizio del triennio, la scuola non ha mai voluto assecondare la famiglia. Così la famiglia si è trovata costretta a ritirarla da scuola, così da darle la possibilità di riprovarci il prossimo anno.

Le dichiarazioni dei genitori di Nina

“È un’ingiustizia – hanno commentato i genitori al Corriere – ne siamo convinti. Non volevamo metterci in contrasto con la scuola appena arrivati, anche perché ci dissero che il percorso si poteva modificare in qualsiasi momento. Le cose sono andate poi diversamente”.

Negli ultimi mesi, con l’aiuto del Ceps di Bologna (Centro Emiliano Problemi Sociali per la Trisomia 21), dell’associazione nazionale CoorDown e dei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, Nina aveva intrapreso un progetto pilota insieme alla sua classe. Nel mese di marzo è arrivato il “no” definitivo dell’istituto, del consiglio di classe. La scuola di definisce preoccupata per la ragazza, credono che la Maturità per Nina sia un obiettivo troppo impegnativo e stressante.

“Il perché è quello che ci tormenta – hanno sottolineato i genitori di Nina Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci. Cercheremo un’altra scuola da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società”.

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