Nella mattinata di oggi, 28 maggio, a Venezia l’acqua del Canal Grande è diventata verde fosforescente. Sono ancora sconosciute le cause, ma si ipotizza un’azione dimostrativa di gruppi di ambientalisti. Il colore delle acque potrebbe essere dovuto all’uso di “fluoresceina sodica”.
Venezia, l’acqua del Canal Grande diventa verde fosforescente
Questa mattina, verso le 9:30, le acque del Canal Grande di Venezia si sono improvvisamente colorate di verde fosforescente. Le immagini di questa insolita situazione sono state condivise online da alcuni residenti che si trovavano vicino al Ponte di Rialto. Al momento, le prime informazioni indicano che potrebbe trattarsi di una protesta da parte di gruppi di ecoattivisti, tuttavia non è stata ancora avanzata alcuna rivendicazione ufficiale. Sulla pagina Facebook “Venezia non è Disneyland” è stata proposta l’ipotesi che si tratti di “fluoresceina sodica” (o sale sodico della fluoresceina o uranina) versata nelle acque del canale. Si tratta di un composto organico e colorante utilizzato in speleologia per l’ispezione di fognature e fonti idriche.
La situazione attuale
Attualmente la situazione sarebbe tornata alla normalità, le acque “fosforescenti” sarebbero già defluite ed è regolarmente in corso una regata di canoe. Il prefetto di Venezia ha convocato un a riunione urgente per coordinare le indagini sull’origine del liquido, ma al momento non sono state diffuse ulteriori informazioni a riguardo.
Le ipotesi
Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che dietro questo evento possa esserci un’azione di attivisti ambientali, tuttavia al momento non sono emerse rivendicazioni in tal senso. I cittadini che seguono la pagina “Venezia non è Disneyland” hanno sottolineato che i gruppi ambientalisti solitamente pubblicizzano le proprie azioni e proteste, documentandole con video, senza nascondere la propria identità. Pertanto, al momento, l’ipotesi di una protesta rimane aperta, ma non sembra molto probabile.
I controlli: si tratta di liquido tracciante
Già ieri sono stati effettuati i primi controlli per accertare la natura della sostanza colorata presente in acqua. Sul posto sono intervenute forze dell’ordine, vigili del fuoco e Arpav. Già ieri era considerata tra le diverse ipotesi quella di un liquido tracciante, utilizzato per seguire il percorso di un corso d’acqua o di una perdita nel sistema fognario. Al momento, secondo quanto accertato, è confermato che la sostanza utilizzata per colorare l’acqua del Canal Grande è la stessa usata in speleologia, facilmente reperibile ovunque.
Secondo quanto emerso dalle indagini, affidate alla Polizia locale, il prodotto può essere acquistato tranquillamente online. Una modesta confezione da 250 grammi è sufficiente per produrre l’effetto visto nel Canal Grande nella giornata di ieri.
Quello che ancora non si sa è la natura dell’atto: non è chiaro se l’uso del tracciante sia stato intenzionale o un gesto maldestro. Al momento non sono emersi sospetti su possibili responsabili e le indagini sono condotte dalla polizia locale.
Nessun rischio per la salute
Dopo i primi accertamenti svolti d’urgenza nel pomeriggio di ieri, saranno svolte nuove analisi nella giornata di oggi dai tecnici dell’Agenzia per l’ambiente del Veneto (Arpav) sui campioni già prelevati nelle acque di Venezia. I primi esami si sono resi necessari per escludere la presenza di sostanze pericolose per l’ambiente. Scongiurato, secondo gli esperti, qualsiasi pericolo per la salute umana e per l’ecosistema. La sostanza, presente in superficie, è risultata estremamente solubile in acqua.
Alcuni campioni sono stati prelevati anche nei canali limitrofi al ponte di Rialto, dove le sostanze anomale si sono progressivamente diffuse anche per effetto della marea.
La natura del gesto
Secondo la Procura, al momento nessuna ipotesi può essere esclusa. La fluoresceina immessa nell’acqua di Venezia sarebbe completamente scomparsa intorno alle 14 con il cambio della marea in Laguna. Durante l’incontro tra il prefetto e le autorità incaricate delle indagini, sono state adottate una serie di misure di sicurezza per proteggere la città e controllare il traffico delle imbarcazioni che causano l’ondulazione dell’acqua. Il prefetto ha commentato:
“L’episodio va esaminato anche per procedere con misure preventive per evitare danneggiamenti alla città. Venezia è una vetrina mondiale di bellezza e va tutelata, dobbiamo mettere in campo uno sforzo straordinario per effettuare controlli sui luoghi simbolo”.