Cronaca

Uccisione del 17enne Nahel, tre notti di scontri in Francia

Dopo l’uccisione del 17enne Nahel, per mano di un poliziotto, in Francia sono iniziati diversi scontri e proteste contro l’azione della Polizia. In tre giorni sono state arrestate più d 600 persone.

Scontri in Francia dopo l’uccisione di Nahel

Un poliziotto è accusato di avere sparato a ragazzo di 17 anni uccidendolo. Il giovane era alla guida di un’auto e si sarebbe opposto a un controllo. Il poliziotto, che ha aperto il fuoco quando il giovane è ripartito invece di sottoporsi ai controlli, è stato fermato. Tra le strade di Nanterre è esplosa la rabbia, con scontri e feriti.

I fatti sono avvenuti nei pressi della stazione RER di Nanterre-Pre’fecture, nella periferia ovest di Parigi. All’inizio la polizia ha detto che il veicolo aveva tentato di investire gli agenti, ma un video che circola sui social mostra che uno dei poliziotti puntare l’arma contro il giovane. Quando quest’ultimo è ripartito, ha sparato. Si sente l’agente gridare: “Ti sparo in testa”. Quindi l’auto è finita contro un palo e Nahel M., 17 anni, è morto poco tempo dopo l’intervento dell’ambulanza. Altre due persone erano nell’auto, un ragazzo che è stato fermato e poi rilasciato, e una terza persona ancora ricercata.

Gli scontri

Il presidente Emmanuel Macron ha definito “inspiegabile e ingiustificabile” la morte del ragazzo, così come ha fatto il suo ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. 

Il Paese è stato travolto dalla rabbia e da giorni si sono verificati scontri e violenze in varie parti della nazione. Si sono verificate scene di guerriglia, con decine di veicoli in fiamme, barricate stradali e persino un attacco con razzi per fuochi d’artificio contro un carcere di massima sicurezza. A Nanterre, una banca è stata incendiata dopo la conclusione della “marcia bianca” per Nahel. Numerosi agenti di polizia sono rimasti feriti. La prima ministra Elisabeth Borne ha definito questi atti “intollerabili e ingiustificabili”. Al momento sono stati effettuati almeno 667 arresti.

Lo stato di emergenza

Macron ha lasciato in anticipo il Consiglio europeo in corso a Bruxelles per fare rientro a Parigi, dove alle 13 presiederà una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale convocata dopo la terza notte di violenze. Per la premier Borne “tutte le ipotesi”, compresa l’introduzione dello stato di emergenza, per “ristabilire l’ordine repubblicano”, sono sul tavolo.