Quella di oggi, venerdì 1 dicembre, è una giornata cruciale nell’inchiesta sull’omicidio di Giulia Cecchettin. Nelle stesse ore dal carcere di Verona e dall’Istituto di medicina legale di Padova potrebbero arrivare verità, risposte e dettagli sull’omicidio di Giulia Cecchettin.
Filippo Turetta si troverà davanti il pm di Venezia Andrea Petroni, che ha fissato un interrogatorio perché inquirenti e investigatori si attendono ora una collaborazione, dopo le brevi dichiarazioni confessorie al gip. E ad un centinaio di chilometri di distanza, l’autopsia sul corpo della 22enne potrà fare chiarezza sulle modalità della terribile aggressione alla studentessa, che ha lottato per difendersi.
Omicidio Giulia Cecchettin, oggi l’autopsia sul corpo della 22enne
Intanto, padre e sorella di Giulia, attraverso i loro legali, continuano a raccogliere messaggi, whatsapp e testimonianze delle persone più vicine a lei, che nell’ultimo mese almeno aveva sempre più “timore” dei comportamenti dell’ex fidanzato, delle sue parole che, come ha confidato, suonavano “come un ricatto“. Una “persecuzione”, secondo gli elementi acquisiti, fatta di “pedinamenti” e di un tentativo di isolarla “dalla famiglia e dagli amici”.
“Gli deve essere partito un embolo, perché non è una cosa razionale, non è un mostro“, aveva detto il padre del 21enne, Nicola Turetta, ai microfoni di ‘Chi l’ha visto?’. E il figlio in quel foglietto, letto due giorni fa davanti al giudice Benedetta Vitolo, ha fatto cenno proprio ad un black out mentale, lasciando spazio, però, ad una volontà di collaborazione. Ha spiegato, infatti, che sta cercando di ricostruire “nella memoria” cosa gli è “scattato” in testa quella sera dell’11 novembre, tra Vigonovo e Fossò.