Chi si interessa al trading si imbatte in tutta una serie di espressioni di cui non si conosce il significato. Una di queste è “Buy the Dip”, molto comune nel mondo della finanza.
Letteralmente significa “acquistare al ribasso”. Quindi in maniera molto esemplificata, stiamo parlando di uno dei concetti cardine del mondo finanziario, e cioè acquistare un asset quando costa poco per cercare di venderlo quando i prezzi aumentano.
Ma come si può praticare il Buy the Dip?
Come funziona il Buy the Dip?
Un monitoraggio regolare del mercato è la prima cosa che un trader dovrà fare per riscontrare eventuali fluttuazioni al ribasso. La bravura del trading sta nel capire se queste fluttuazioni sono solamente temporanee o se continueranno a scendere.
Un investitore che fa trading sul mercato italiano, ad esempio, dovrà i grafici sul sito ufficiale Mib borsa italiana per aprire una o più posizioni e sfruttare i momenti di ribasso.
Alcune piattaforme di trading mettono a disposizione dei “Segnali” che indicano quando può essere il momento migliore per comprare, quando cioè il valore dell’asset ha raggiunto il suo picco minimo. Si possono anche impostare delle alert di trading per evitare di perdere il momento.
Come per tutte le scelte che avvengono nel trading, anche queste legate al Buy the Dip devono essere motivate da una buona conoscenza dei concetti chiave che regolano i mercati.
Ad esempio, è importante capire se il calo del prezzo è giustificato da fattori fondamentali o è il risultato di una reazione emotiva del mercato.
Esempio di Buy the Dip
Ecco un classico esempio di come questa strategia possa essere profittevole se applicata nel giusto modo. Nel 2008 moltissime aziende hanno perso il loro valore intrinseco a causa della crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati.
Anche colossi come Amazon ne hanno risentito, tant’è che le sue azioni sono iniziate a scendere. I trader esperti, comunque, hanno ritenuto che al calo del prezzo delle azioni sarebbe seguita una sicura risalita.
L’azienda continuava infatti a registrare un aumento delle vendite e a investire per adattarsi ai bisogni dei consumatori. Infatti, dopo la flessione del 2008 il prezzo delle azioni del colosso americano sono iniziate a risalire, con grossa soddisfazione degli investitori.
Rischi associati al Buy the Dip
Come possiamo immaginare, questa forma di investimento presenta sicuramente dei vantaggi, ma anche dei rischi concreti. Vediamo quali sono.
Continuazione del ribasso
Tra i rischi maggiori legati al Buy the Dip c’è proprio quello legato al proseguimento del ribasso dell’asset finanziario. Non c’è garanzia che il prezzo si riprenderà dopo il calo. Il mercato potrebbe continuare a scendere, causando ulteriori perdite per gli investitori.
Il calo del prezzo potrebbe essere infatti motivato da problemi di fondo non di rapida soluzione.
Anche l’esame dei grafici inerenti ai periodi precedenti, i cosiddetti pattern finanziari storici non sono una garanzia che le cose si ripeteranno esattamente come in passato. Nella finanza ci sono molte variabili che possono intervenire e che possono sfuggire anche all’analisi del trader più capace.
Rischi connessi alla leva finanziaria
Un altro problema è che la pratica Buy the Dip si fa sull’acquisto dei derivati, e che pertanto si deve utilizzare la leva finanziaria. La leva finanziaria per acquistare al ribasso può amplificare i profitti in maniera esponenziale ma espone l’investitore a rischi di perdite significative, anche superiori al capitale investito.
Conclusioni
In conclusione, con l’espressione Buy the Dip ci riferiamo a una strategia di investimento antica quanto il mondo. Essa può essere redditizia se applicata correttamente, ma comporta anche rischi significativi. È importante condurre una ricerca diligente, pianificare attentamente e mantenere una visione a lungo termine per mitigare i rischi e massimizzare le opportunità di profitto.