Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano, la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela: “Mi disse lei minacciava di farsi del male”

fidanzato Giulia Tramontano indagato omicidio
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Nuova udienza nel processo per l’omicidio di Giulia Tramontano: oggi, giovedì 7 marzo, in aula ha testimoniato la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. La giovane ha chiesto di non essere visibile: ha parlato ai giudici della Corte d’Assise di Milano protetta da un paravento.

Omicidio Giulia Tramontano, nuova udienza: testimone la ragazza della relazione parallela

Oggi, giovedì 7 marzo, in aula ha testimoniato la ragazza italo-inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. La giovane ha chiesto di non essere visibile: ha parlato ai giudici protetta da paravento. Chiamate a deporre anche la sorella e la madre della vittima, così come la madre e il fratello dell’imputato.

Cosa ha detto

“Ho lavorato – racconta A.C. – presso Amrani otel da giugno 2022 a maggio 2023 quando ho conosciuto Impagnatiello. Come ollega e, dopo esserci conosciuti meglio, abbiamo iniziato la frequentazione. Lui lavorava al bar restaurant e io come cameriera. Abbiamo iniziato a frequentarci verso settembre 2022. Ci vedevamo soprattutto a casa mia”.

La donna ha precisato che sapeva di Giulia ma che allo stesso tempo Impagnatiello le diceva che la loro storia era conclusa: “Ho iniziato a frequentare la sua casa quando mi diceva di raggiungerlo. All’inizio sapevo che c’era ancora Giulia ma da dicembre mi aveva spiegato che non vivevano più insieme perchè si erano lasciati”. Poi precisa: “Quando l’ho conosciuto ero consapevole fosse fidanzato, poi mi ha detto che si erano lasciati perché lui non voleva più stare con lei”.

“Solo la prima volta che sono andata a casa sua c’erano tracce di Giulia. C’erano foto e i suoi oggetti. Ho capito che Giulia c’era ancora quando erano andati in vacanza ad Ibiza. Mi aveva detto di essere solo e invece dalle foto sul suo telefono ho visto loro due insieme in spiaggia. Lui ha visto che me ne ero accorta e mi ha spiegato che era lì con lei perché era incinta ma lui non era il padre del bambino. Mi ha anche detto che lei stava male per la situazione e lui la voleva aiutare standole vicino. In più la vacanza era programmata da tempo”. All’inizio non ci ha creduto, ammette. Era infatti convinta che il figlio fosse suo “ma poi si era presentato con il test di dna che dimostrava il contrario, così poi gli ho creduto”.

Le bugie di Impagnatiello

Da lì sono iniziate una serie di bugie: “Mi aveva detto che lei era rimasta incinta ed era sola e aveva minacciato di farsi del male”. “La nostra relazione è andata avanti. Era marzo/aprile 2023 quando inizio ad avere sempre più sospetti. Mi diceva che Giulia non viveva più a casa sua e che veniva solo a volte per prendersi le sue cose. Ci credevo anche perché le volte successive, quando andavo a casa sua, non c’era più nulla di Giulia. “

“Quando sono andata a Lisbona a inizio maggio lui i ha prestato il suo tablet, io ho visto la cronologia delle ricerche. Mi sono accorta che ha cercato come creare test del dna falso. Ho capito così che lui ne aveva confezionato uno falso, inviandoselo poi via mail per stamparlo. All’inizio mi sono presa un po’ di tempo per riflettere e raccogliere tutte le prove, non volevo agire subito anche perché già mi aveva mentito una volta, temevo l’avrebbe fatto ancora”.

Così ha spiegato di aver agito in una maniera precisa: “Nella macchina avevo lasciato un rossetto, che poi Giulia ha trovato. Volevo farle capire da sola, senza mettermi in mezzo, quello che stava succedendo”. “Secondo quanto mi diceva lui, Giulia era autolesionista e bipolare. Lei pensava che il figlio fosse di Alessandro ma che non era così. Mi aveva raccontato che quando si erano lasciati, Giulia era tornata a Napoli: qui aveva avuto una sera un rapporto casuale ed era rimasta incinta e aveva deciso di tenere il bambino”. “Mi ripeteva che era mentalmente instabile e aveva minacciato di uccidersi. Mi aveva anche detto di aver contattato la sorella di Giulia, la quale aveva confermato di non stare bene e che voleva uccidersi”.

Infine ha spiegato i giorni prima dell’omicidio, quando erano andati a cena per festeggiare il suo compleanno: “Io a quel punto sapevo già tutto e volevo capire fino a che punto sarebbe arrivato. In quel frangente mi aveva detto che ero la donna della sua vita e voleva un futuro con me. Qualche giorno prima del 27 (giorno del delitto) gli ho detto che sapevo tutto ed era finita. Lui ha continuato ad agitarsi. Una sera in cui avevamo litigato lui come miaccia mi ha detto: ‘Chiama Giulia se non ci credi’. L’ho chiamata il giorno dopo e le ho spiegato chi ero. Le ho detto essere stata incinta anche io di Impagnatiello e di aver abortito. Le ho detto quindi che potevo essere io als uo posto e in quel caso avrei voluto sapere tutto. Lei mi ha ringraziata e mi ha chiesto di vederci. Mi ha detto di non dire niente a lui ma lui lo ha scoperto e si è arrabbiato.”,

Alessandro ImpagnatielloGiulia Tramontanoomicidioprocesso