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Giuseppe Mazzini, il politico e patriota italiano che ha reso possibile il processo di unificazione del Regno D’Italia

È considerato uno dei patrioti italiani che ha reso possibile il processo di unificazione del Regno D'Italia. Ripercorriamo insieme la vita ed il pensiero politico del fondatore della Giovine Italia

Giuseppe Mazzini è nato il 22 giugno 1805 a Genova ed è considerato uno dei patrioti italiani che ha reso possibile il processo di unificazione del Regno D’Italia. Ripercorriamo insieme la vita ed il pensiero politico del fondatore della Giovine Italia.

Giuseppe Mazzini: vita e pensiero politico del patriota italiano

Giuseppe Mazzini è stato un politico e filosofo italiano considerato un vero patriota. Nato a Genova il 22 giugno 1805, all’età di 14 anni si è iscritto alla Facoltà di Medicina a Genova, per seguire il volere del padre. Abbandonato presto gli studi medici, si iscrive alla Facoltà di Legge, sua vera vocazione.


giuseppe mazzini


Dopo i moti del 1821, Mazzini inizia a sviluppare l’idea che era necessario lottare per la libertà della patria. Nel 1826 ha scritto il saggio letterario “Dell’amor patrio di Dante“, pubblicato nel 1837. Il 6 aprile 1827 si laurea in Diritto civile e diritto canonico ed diventa membro della carboneria.

La Giovine Italia

A causa della sua attività rivoluzionaria è costretto a fuggire in Francia, dove, nel 1831, fonda la Giovine Italia, associazione politica che aveva come obiettivo quello di riunire gli stati italiani una sola repubblica e liberare il popolo italiano dagli invasori stranieri.


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Successivamente, sulla scia della Giovine Italia, fonda altri movimenti politici con lo scopo di liberare ed unificare altri stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e la Giovine Europa.

I moti Mazziniani

Nel 1866 Mazzini era candidato alle elezioni di Messina per la scelta dei deputati del nuovo parlamento di Firenze, ma non ha potuto fare campagna elettorale poiché si trovava in esilio a Londra.


giuseppe mazzini pensiero e vita


Sulla sua testa pendevano infatti due condanne a morte: una a Genova per i moti del 1857 ed una a Parigi per complicità in un attentato contro Luigi Napoleone. Mazzini vince le elezioni, ma la sua vittoria venne annullata a causa delle 2 condanne.

Due mesi dopo, gli elettori sono stati richiamati alle urne ed hanno scelto di nuovo Mazzini, ma la sua vittoria è stata nuovamente annullata. Dopo le terza elezione e la sua terza vittoria, la Camera non ha potuto fare altro che convalidare il risultato. Mazzini, però rifiutò l’incarico perché non voleva giurare fedeltà allo Statuto Albertino.

Il trasferimento in Svizzera ed il ritorno in Italia

Nel 1868 si trasferiì a Lugano e nel 1870, dopo aver ottenuto l’amnistia, rientrò in Italia per dedicarsi all’organizzazione di nuovi moti popolari. Il 14 agosto viene arrestato a Palermo e condotto nel carcere militare di Gaeta.


Giuseppe Mazzini


Esiliato nuovamente, riuscì a rientrare a Pisa, sotto il falso nome di Giorgio Brown, il 7 febbraio 1872. dove poi morì il 10 marzo 1872.

Il pensiero politico di Giuseppe Mazzini

Il pensiero politico di Giuseppe Mazzini era animato da una profonda ispirazione religiosa. Secondo Mazzini, infatti, era nella coscienza del popolo che si manifestava potentemente la volontà di Dio e ad ogni popolo Dio aveva affidato direttamente una missione per il progresso generale dell’Umanità.


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Tutti i popoli hanno quindi il diritto di libertà e quando sono oppressi, è loro supremo dovere quello di riconquistare la loro Patria anche attraverso la rivoluzione. Proprio per questo il popolo italiano doveva adempiere alla propria missione e lottare contro l’Austria per la liberazione dei popoli oppressi e la creazione di una nuova Europa unita e democratica.

La libertà e l’indipendenza di una nazione si raggiungono infatti attraverso il sacrificio e l’opera concorde di tutto il popolo. Mazzini ha quindi proclamato che fosse condizione necessaria per l’esistenza e il progresso di una nazione l’Unità, mentre l’unica forma legittima di governo fosse la Repubblica nella quale si esprimeva in tutta la sua pienezza la volontà del popolo.

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