Nuove polemiche ad Atripalda per le calze della Befana ai bambini. Una polemica che – in particolar modo – riguarda la determina del Comune per l’acquisto di 910 calze da distribuire gratuitamente ai più piccoli per un costo di 6mila euro come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Atripalda, polemica per la determina comunale sulle calze della Befana ai bambini
Una questione sollevata dall’ex assessore al Commercio Mirko Musto che nell’ultima seduta del parlamentino ha incalzato l’Amministrazione e l’assessore ai servizi sociali Fabiola Scioscia. “Svolgo il compito di consigliere comunale che controlla l’attività di questa amministrazione cittadina nell’interesse del paese. La prima determina che hanno pubblicato era sbagliata perché i fondi venivano presi dal bilancio comunale sul capitolo 1415. Anche se hanno poi rettificato io non ho detto mai bugie. Come mai ci siamo rivolti a Solofra quando Atripalda ha tanti negozi per acquistare le calze?” ha tuonato l’ex assessore al Commercio. Musto ha poi proseguito: “Mi auguro che queste calze siano chiuse e prodotte dall’azienda madre e non dalla struttura di Solofra“.
In merito è intervenuto anche l’ex sindaco Giuseppe Spagnuolo: “L’amministrazione è senza limiti da un punto di vista delle spese mentre ha deciso di voler punire la città senza mettere neanche una luce per il Natale. Si sono dovuti adoperare i commercianti di via Roma. Chissà perché c’è stata questa ristrettezza economica per gli addobbi natalizi mentre non per l’acquisto delle calze per la Befana, con un costo esorbitante. Fondi del bilancio comunale secondo la determina pubblicata”.