È stato compiuto un significativo passo avanti nella comprensione dei casi di trombosi che si sono verificati dopo la vaccinazione anti-Covid. Un nuovo studio condotto dalla Flinders University di Adelaide, in Australia, in collaborazione con un team internazionale di ricercatori, ha dimostrato che la trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT), una sindrome immunitaria emersa come evento avverso dei vaccini basati su vettori adenovirali, in particolare quello di AstraZeneca, è scatenata non dalla proteina Spike del SARS-CoV-2, ma dal vettore virale stesso.
Trombosi e vaccini Covid: i nuovi studi
Gli studiosi sapevano già che la VITT è dovuta allo sviluppo di auto-anticorpi diretti contro il fattore piastrinico 4 (PF4), capaci di attivare meccanismi di coagulazione del sangue, portando a rischio di trombosi in sedi multiple o insolite come il seno venoso cerebrale e le vene splancniche, associata a un basso numero di piastrine (trombocitopenia). In precedenti ricerche, i ricercatori della Flinders University avevano identificato un fattore genetico che aumenta il rischio di sviluppare questa condizione, correlato all’espressione dell’allele IGLV3-21*02.
Nel nuovo studio, riportato in una lettera di ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine, è stato scoperto che le infezioni causate da adenovirus, responsabili del comune raffreddore, possono determinare lo sviluppo di anticorpi anti-PF4 simili a quelli identificati nei pazienti con VITT. Questo risultato suggerisce che il vettore adenovirale stesso può innescare la produzione di questi anticorpi, contribuendo a chiarire il meccanismo alla base della VITT e fornendo nuove indicazioni per migliorare la sicurezza dei vaccini.