Lo sfogo degli operatori del by night di Salerno dopo la chiusura di un locale che dava alcol ai minori. “I ragazzi sono armati, un pericolo anche per noi.”
La reazione dei gestori di locali dopo il provvedimento del questore
Sospendere le autorizzazioni o rafforzare i controlli da parte delle forze dell’ordine. Per chi opera nel settore della vita notturna, non c’è altra soluzione per affrontare quella che, soprattutto dal periodo del Covid in poi, si è trasformata in un’urgente problematica. Gli operatori sono esausti, poiché, come sottolinea Fabio, un barman con quindici anni di esperienza, le conseguenze si ripercuotono su tutti.
“Ho cambiato varie attività, scegliendo sempre di affiancarmi a professionisti del settore. Purtroppo, anche chi rispetta le regole e cerca di essere sempre ligio e corretto. Paga lo scotto di chi, per una manciata di euro, non si fa scrupoli. Il perché è presto detto. Se un gruppo di minori si ubriaca oltre ogni limite bevendo chupiti a un euro e cinquanta, poi, nel migliore dei casi, può scatenare risse in piazza. Nel peggiore, commercialmente parlando, continua a cercare da bere anche in altre attività, infastidendo i clienti e mettendoci nella situazione di doverli allontanare – dice– Situazione difficile perché gli under diciotto di questa generazione fumano sostanze, sono armati di coltelli, hanno la minaccia facile. Pur provenendo da famiglie apparentemente di tutto rispetto. L’inferno lo viviamo noi e siamo anche stanchi di protocolli e promesse che poi non vengono rispettati».
Restando nel centro storico, le due aree a maggior rischio sono largo Abate Conforti e Largo Campo. E non solo perché qui nel fine settimana si radunano i giovanissimi interessati allo sballo. Principalmente perché persistono pochi locali notturni che pubblicizzano la vendita di superalcolici a prezzi irrisori. “È una vita che faccio questo mestiere. A Salerno e all’estero e ci ritroviamo a dover dire sempre le stesse cose – afferma Sandro Mangone, storico titolare dello Sciuscià – Periodicamente capita di dover rispedire al mittente qualche quindicenne perché, nel momento in cui gli vengono richiesti i documenti, va in escandescenza.”
“Qualche tempo fa mi è capitato di litigare con un nonno che pretendeva di fare da garante per il nipote e questo la dice lunga su una serie di cose che attengono alla gestione delle famiglie. Siccome ho un’esperienza quarantennale nel ramo, posso affermare con certezza che chi vende un drink o un chupito a uno o due euro, al di là della legge o dell’etica che dovrebbe accompagnarci, sta commercializzando lo scarto dello scarto di un superalcolico. Quello che nelle aziende o viene gettato via o adoperato per altre linee produttive. Il che rende il tutto ancora più pericoloso, perché non parliamo di merce di qualità, ma di schifezze che non sappiamo che effetti possano produrre», conclude.
Inoltre l’alcol incide in modo considerevole su organismi che non hanno ancora sviluppato gli enzimi necessari per metabolizzare le sostanze alcoliche. Non sorprende, quindi, che sempre più frequentemente a trovarsi in coma etilico al pronto soccorso siano adolescenti. Principalmente ragazze, che non hanno ancora raggiunto i sedici anni.