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San Gennaro: la vita, le reliquie e alcune curiosità legate al santo patrono di Napoli

San Gennaro vita reliquie patrono Napoli
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San Gennaro: la vita, le reliquie e alcune curiosità sul patrono di Napoli. San Gennaro è uno dei santi più venerati dell’antichità, specialmente a Napoli, dove il suo culto è legato al prodigioso fenomeno della liquefazione del sangue, che si ripete periodicamente. Patrono della città partenopea, le sue raffigurazioni lo presentano con il bastone pastorale e la palma del martirio.

San Gennaro: vita, reliquie e curiosità sul patrono di Napoli

San Gennaro, uno dei santi più venerati, è patrono di Napoli, famoso per il prodigio della liquefazione del suo sangue. Nato nella seconda metà del III secolo a Napoli, divenne vescovo di Benevento, rispettato sia dai cristiani che dai pagani. Il suo martirio avvenne nel 305 durante le persecuzioni di Diocleziano, quando fu arrestato con altri compagni e decapitato.

Chi è San Gennaro: la vita

Patrono della città partenopea, le sue raffigurazioni lo presentano con il bastone pastorale e la palma del martirio. Nato a Napoli, o forse a Benevento, nella seconda metà del III secolo, Gennaro divenne vescovo di Benevento, dove fu amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. Gennaro a trent’anni è già vescovo della città sannita.

Siamo nel primo periodo dell’impero di Diocleziano, quando ai cristiani è concessa una certa libertà di culto ed è perfino permesso ambire ad alte cariche civili. Ma poi, nel 303, tutto cambia e i cristiani diventano il nemico da estirpare.

Le principali fonti biografiche sul santo provengono da sette antichi documenti, tra cui gli “Atti Bolognesi” e gli “Atti Vaticani”. Questi testi descrivono Gennaro come un pastore attento e caritatevole, che operava durante il regno di Diocleziano, periodo in cui ai cristiani era concessa una certa libertà religiosa e accesso a posizioni di prestigio. Il nome Gennaro deriva dal latino “Ianuarius”, legato al dio Giano, e indicava i nati a gennaio.

Il martirio

Il suo martirio avvenne durante le persecuzioni contro i cristiani ordinate dall’imperatore Diocleziano, all’inizio del IV secolo. Gennaro, appresa la notizia dell’arresto del diacono Sosso di Miseno, si recò a confortarlo in prigione insieme a due compagni, Festo e Desiderio.

Questo gesto provocò l’ira del giudice Dragonio, che arrestò anche loro. A seguito delle proteste del diacono Procolo e di due fedeli, anche questi ultimi furono incarcerati. Inizialmente condannati a essere sbranati nell’anfiteatro, furono infine decapitati il 19 settembre del 305.

Le reliquie di San Gennaro

Le reliquie di San Gennaro furono trasportate a Napoli tra il 413 e il 431 dal vescovo Giovanni I, posizionate nelle catacombe di Capodimonte, che presero il nome del santo. Nell’831, il principe longobardo Sicone I le trasferì a Benevento, dove rimasero fino al 1154. Successivamente, furono traslate all’Abbazia di Montevergine da Guglielmo I, ma lì la memoria del santo si affievolì, mentre a Napoli il culto rimase forte, soprattutto grazie alla presenza della testa e del sangue del santo.

Nel 1305, Carlo II d’Angiò commissionò un busto-reliquiario per contenere la testa e le ampolle del sangue, seguite dalla teca d’argento realizzata dal figlio Roberto. Il primo miracolo della liquefazione del sangue è documentato il 17 agosto 1389, durante una processione per contrastare una carestia.

Nel 1497, grazie al cardinale Oliviero Carafa, le reliquie del santo furono riportate a Napoli dalla famiglia Carafa, nonostante l’opposizione dei monaci di Montevergine. Nel Duomo fu costruita la cripta rinascimentale Cappella del Succorpo per custodirle.

A seguito della peste tra il 1526 e il 1529, Napoli promise di costruire una nuova cappella in onore del santo, completata nel 1646: la Cappella del Tesoro. Sopra il cancello, un’iscrizione rende omaggio a San Gennaro per aver salvato la città da fame, guerra, peste e il Vesuvio.

Nel 1964, una ricognizione canonica confermò la presenza delle ossa, mentre un’analisi scientifica del 1965 rivelò che appartenevano a un uomo giovane, alto circa 1,90 metri.

Ecco alcune curiosità su San Gennaro:

 

  • San Gennaro non è l’unico patrono di Napoli, condividendo l’onore con ben 52 co-patroni. Napoli è la città con più patroni al mondo;
  • La Chiesa non riconosce ufficialmente come miracolo la liquefazione, la ritiene scientificamente inspiegabile e ne approva la venerazione popolare;
  • Si sa che nacque in Campania, ma non si sa con certezza se a Benevento o a Napoli;
  • Gennaro non era in realtà il suo nome, ma il cognome, apparteneva infatti alla famiglia romana dei Gennari;
  • Le catacombe di San Gennaro sono considerate tra le più belle e ricche, soprattutto a livello architettonico, tra le catacombe cristiane.
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