Sequestro di un calzaturificio ad Aversa. La Guardia di Finanza, nella giornata di ieri, ha individuato un altro opificio calzaturiero che operava in assenza di qualsiasi autorizzazione per l’emissione in atmosfera dei fumi generati dalla lavorazione dei pellami.
Sequestro di un calzaturificio ad Aversa
L’intervento delle Fiamme Gialle, ha impedito che l’immissione incontrollata dei fumi in atmosfera continuasse a recare pregiudizio alla salute degli abitanti della zona ed all’ambiente circostante. Nel corso degli interventi è stato, inoltre, accertato l’impiego di ben 13 lavoratori “in nero”, a dimostrazione del volume di commesse in corso di lavorazione e destinate ad alimentare una filiera produttiva basata sull’illecito abbattimento dei costi di produzione.
Tale situazione ha fatto immediatamente avviare i conseguenti controlli fiscali e giuslavoristici a cura dei militari della Compagnia di Aversa che hanno verificato in tempo reale che 7 lavoratori irregolari percepivano anche illecitamente il “reddito di cittadinanza”. Le loro posizioni saranno comunicate quindi ai competenti Uffici dell’Inps ed all’Autorità Giudiziaria per le previste sanzioni penali e per l’immediata decadenza del beneficio, in uno al recupero delle somme nel frattempo indebitamente percepite.
Il provvedimento
Il legale rappresentante dell’attività è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Napoli Nord per emissione non autorizzata di fumi in atmosfera. Sequestrati l’intero opificio, con una superficie di 600 mq., circa 100 macchinari impiegati per la fabbricazione delle scarpe ed una settantina di contenitori di colla e prodotti chimici rinvenuti.
Tenuto conto, infine, dei reati ambientali accertati, è stata, altresì, segnalata alla medesima Autorità Giudiziaria la posizione dell’impresa coinvolta in relazione alla responsabilità amministrativa da reato disciplinata dal Decreto legislativo 231/2001 – speciale normativa introdotta dal Legislatore già da circa un ventennio con la finalità di sanzionare anche l’impresa che sta sul mercato in modo illegale e che trae profitti economici dal compimento di reati da parte dei suoi amministratori.
Anche gli odierni risultati dimostrano l’importanza del controllo economico-finanziario del territorio esercitato dalla Guardia di Finanza finalizzato all’individuazione di quelle imprese che scaricano sulla collettività i costi sociali della loro attività illegale, sfruttando ingiusti vantaggi economici e danneggiando le altre aziende sane e corrette che operano sui loro stessi mercati.
Oltre a ciò si sottolinea la particolare attenzione delle Fiamme Gialle al contrasto del fenomeno dei “furbetti” che percepiscono indebitamente il “reddito di cittadinanza”, in modo da assicurare che a beneficiare del sussidio pubblico in parola sia chi effettivamente ne ha diritto.