Negli ultimi due anni, le carceri minorili italiane hanno registrato un aumento del 50% dei detenuti, aggravando il sovraffollamento. I ragazzi, spesso inascoltati, protestano per l’assenza di progetti educativi e possibilità di reintegrazione, ma le loro richieste vengono ignorate, mentre il sistema carcerario si irrigidisce.
Caceri minorili italiane: sovraffollamento e proteste
Il dossier presentato dall’associazione Antigone evidenzia la gravità della situazione nelle carceri minorili italiane, aggravata dal Decreto Caivano. Negli ultimi due anni, il numero dei ragazzi detenuti è cresciuto del 50%, portando a condizioni di sovraffollamento senza precedenti. L’aumento delle presenze e l’indurimento del sistema carcerario hanno compromesso l’accesso a progetti educativi e di reintegrazione sociale. Rendendo la detenzione un’esperienza punitiva piuttosto che riabilitativa.
La pratica di trasferire i giovani nei carceri per adulti una volta raggiunti i 18 anni, anziché mantenerli negli istituti minorili fino a 25 anni, interrompe le relazioni educative e rende più difficile la riabilitazione. I ragazzi detenuti, spesso inascoltati, esprimono il loro disagio attraverso proteste, che vengono però interpretate come atti criminali piuttosto che richieste di attenzione.
Antigone sottolinea la mancanza di ascolto e di iniziative concrete da parte delle istituzioni per affrontare la situazione. Favorendo invece un modello di detenzione sempre più simile a quello degli adulti, caratterizzato da chiusura, violenza e sovraffollamento.