Cronaca Salerno, Salerno

Scandalo politico nel Salernitano, in manette Franco Alfieri: di cosa è accusato il presidente della Provincia

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Franco Alfieri

Il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della provincia di Salerno, Franco Alfieri, insieme ad altre cinque persone, è stato chiamato a rispondere di turbativa d’asta e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. I sei indagati hanno subito misure cautelari da parte della Procura di Salerno.

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Le indagini riguardano due appalti specifici e sono state avviate lo scorso anno dalla Guardia di Finanza. Un primo segnale di progresso è stato dato il 30 gennaio scorso, quando le perquisizioni presso gli indagati hanno consentito di raccogliere ulteriore documentazione, comprese informazioni informatiche, che si aggiungono alle intercettazioni telefoniche già in possesso degli investigatori.

Attualmente, l’inchiesta del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Eboli è ancora nelle sue fasi preliminari. Franco Alfieri è stato arrestato, mentre Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della DERVIT spa, sono stati posti agli arresti domiciliari. Anche Elvira Alfieri, legale rappresentante della ALFIERI IMPIANTI S.r.l. e sorella del sindaco, Andrea Campanile, un dipendente comunale dello staff di Alfieri, e Carmine Greco, responsabile tecnico del comune di Capaccio e RUP dei procedimenti contestati, sono coinvolti nella misura cautelare.

Le indagini

Le indagini si concentrano su lavori di adeguamento, ampliamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione a Capaccio Paestum. L’appalto è stato assegnato alla Dervit, un’azienda con sede a Roccadaspide, che ha eseguito vari progetti nella provincia di Salerno, inclusi quelli sotto l’amministrazione di Alfieri.

Secondo le accuse, Campanile e Greco avrebbero collaborato con la Dervit per definire le strade da includere nel progetto, nonostante la società non avesse ancora vinto la gara d’appalto. Greco avrebbe inoltre invitato a partecipare alle procedure di gara aziende compiacenti o prive dei requisiti necessari, in modo da garantire l’aggiudicazione alla Dervit, designata come vincitrice sin dall’inizio.

In aggiunta, la Procura sostiene che la Dervit abbia concesso in subappalto alla ALFIERI IMPIANTI S.r.l., legalmente rappresentata da Elvira Alfieri e di fatto riconducibile a Franco, parte dei lavori per i quali quest’ultima era risultata vincitrice di un’altra gara, non contestata, per un valore complessivo superiore a un milione di euro. Inoltre, un importo di 250.302,60 euro, sequestrato dal giudice, rappresenta il costo aggiuntivo dei materiali forniti dalla ALFIERI IMPIANTI per l’esecuzione dei subcontratti.

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