Iddu, il film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, liberamente ispirato alla latitanza di Matteo Messina Denaro, ha sorpreso al Festival di Venezia 2024, conquistando il pubblico con il suo tono originale. La pellicola, è una black comedy che mescola ironia amara e momenti di riflessione sulla mafia e i segreti irrisolti della storia italiana. Uscito nelle sale il 10 ottobre, il film non è un capolavoro, ma è decisamente brillante e divertente, pur affrontando temi seri e complessi.
Iddu la latitanza di Messina Denaro
La storia ruota intorno a Catello Palumbo (Toni Servillo), un ex politico e amministratore che ha scontato sei anni di carcere per aver collaborato con la mafia. Al suo ritorno in Sicilia, la situazione è cambiata: le vecchie alleanze sono crollate e Matteo (Elio Germano), figlio di un potente boss mafioso, è costretto a vivere da latitante, nascosto nella casa di una delle sue vittime (Barbora Bobulova).
Matteo tenta di mantenere il controllo dei suoi affari attraverso i famosi *pizzini*, distribuiti dalla sorella Stefania (Antonia Truppo). Intanto, un team dei servizi segreti, guidato dal Colonnello Emilio Schiavon (Fausto Russo Alesi) e dall’ispettrice Rita Mancuso (Daniela Marra), è sulle sue tracce.
Catello, che era stato il padrino di Matteo, cerca di giocare una partita tutta sua, sfruttando i rapporti passati e navigando tra intrighi e vecchie conoscenze. Tuttavia, la tensione tra i protagonisti cresce, tra ambizioni personali, vecchi rancori e nuovi complotti.
Tono e Messaggio
Iddu non si limita a raccontare la storia della latitanza di Messina Denaro, ma utilizza un tono ironico e amaro per esplorare la cultura mafiosa e le sue dinamiche. Il film alterna momenti di black comedy a riflessioni più profonde, con una netta presa di posizione contro il mito della mafia e i misteri legati al patto Stato-Mafia.
Le battute taglienti e le metafore sulla mentalità siciliana sono al centro della narrazione, con una struttura narrativa che sembra oscillare tra il thriller politico e la commedia italiana.
Toni Servillo, con il suo personaggio di Catello, riesce a dare vita a un uomo che rappresenta un pezzo di storia della Prima e Seconda Repubblica italiana, carico di compromessi e scaltrezza.
Elio Germano, invece, è inquietante e sfuggente nel ruolo di Matteo, un boss latitante che cerca di mantenere il potere ma si trova prigioniero della sua stessa condizione. Daniela Marra, nei panni di Rita, rappresenta la lotta contro un sistema corrotto e una giustizia spesso irraggiungibile.
Conclusione
Iddu è una commedia che ride della mafia, ma senza sminuirne la gravità. Il film decostruisce il mito dei *mafia movies* e delle serie che hanno costruito l’immagine di Cosa Nostra come fenomeno quasi epico.
Nonostante qualche debolezza nella parte più legata alla spy story, il film riesce a bilanciare con intelligenza umorismo e denuncia sociale, rivelandosi un prodotto interessante e complesso, pur non raggiungendo picchi di eccellenza.