Nel tentativo di accelerare l’apertura dei locali commerciali situati sotto piazza della Libertà a Salerno, il Comune aveva scomputato i canoni di locazione per agevolare i gestori.
Tuttavia, a fronte di una nuova richiesta di pagamento avanzata dall’amministrazione, i proprietari dei quattro locali – due bar, un ristorante e una gelateria – hanno chiesto una revisione degli importi calcolati per il fitto, basata su una nuova tariffazione e tenendo conto dei mutamenti avvenuti negli ultimi dieci anni. Il contratto, infatti, era stato siglato dodici anni prima, quando il progetto di rilancio della piazza era molto diverso da quello odierno come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Salerno, lite tra gestori e Comune per i locali del sottopiazza della Libertà
Nel novembre 2023, conclusa la fase di scomputo dei lavori, che ammontava a 292 euro per metro quadrato, l’ufficio Gestione e Manutenzione del Patrimonio del Comune ha contattato le quattro società (Rosso Sapore srl, Biff srl, Universal Management srl e Grafio srls) per avviare un nuovo contratto di locazione. I gestori, tramite i loro legali (studio Viscardi-Pontrandolfi), hanno chiesto di rivedere l’importo dello scomputo, poiché il contratto originario, stipulato nel 2012, non teneva conto dei cambiamenti avvenuti. Essi sostenevano che, data la pubblicità promessa alla piazza, con l’apertura di una galleria di negozi, il valore del fitto avrebbe dovuto essere aggiornato, oscillando tra i 500 e i 600 euro al metro quadrato.
Inoltre, i locali hanno subito vari disagi, tra cui frequenti allagamenti e problemi di coibentazione, come denunciato nel podcast SuperSalerno. La situazione è degenerata in un contenzioso, con le parti che hanno interrotto la conciliazione il 3 ottobre 2023, senza trovare un accordo. Le quattro società hanno quindi deciso di portare il Comune in tribunale, non solo per ottenere una revisione del contratto, ma anche per chiedere un risarcimento dei danni.
Al centro della disputa vi è una differente interpretazione di una clausola contrattuale. Le società si ritengono penalizzate dal mancato lancio commerciale promesso e dai problemi derivanti dai lavori edili, mentre il Comune giustifica la propria posizione citando l’aumento dei costi dei materiali negli ultimi dieci anni. Nel frattempo, la piazza si trova in uno stato di degrado: molti locali rimangono sfitti e grezzi, con infiltrazioni d’acqua diffuse e uscite di emergenza in cattive condizioni.