Filippo Turetta è comparso per la prima volta in aula nell’ambito del processo che lo vede imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il suo avvocato difensore, Giovanni Caruso, prevede per Turetta “una commisurazione della pena della giusta severità”. “L’ergastolo per un femminicidio è abbastanza frequente” ha aggiunto il legale.
Processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin: cosa ha detto Filippo Turetta in aula
Giovanni Caruso, difensore di Turetta, ha spiegato all’Ansa che dopo il lungo interrogatorio di ieri in Corte d’Assise a Venezia, non ha più sentito Turetta che era “sicuramente scosso”. “Quali erano – si chiede Caruso – le possibilità per metterlo in buona luce? Non esistono”. Per questo, secondo il legale, “è inevitabile possa arrivare una pena pesante, auspico sia una pena di giustizia”.
“Volevo stare insieme, noi due soli. Passare del tempo assieme, prima eventualmente di toglierle la vita, anche se non lo avevo ancora deciso” ha dichiarato Turetta. Nel corso del suo interrogatorio non hai mai pronunciato il nome di Giulia Cecchettin, pur lasciandosi andare a frasi pesanti come “l’ho uccisa”, e poi “ho nascosto il corpo”. L’imputato ha aggiunto: “Nell’abbandonare il corpo l’ho coperto perché non volevo venisse trovato, era in condizioni tali che volevo evitare che venisse visto com’era ridotto”.
Le ammissioni di Filippo Turetta
“Ho provato a uccidermi con un sacchetto di plastica in testa ma non ci sono riuscito“, ha detto ancora Turetta. “Perché non usare – ha chiesto il Pm Andrea Petroni – le forbici che aveva in auto a portata di mano, o i due coltelli da cucina che aveva con sé?”. Quesiti a cui Turetta non ha saputo rispondere.
“In macchina avevo preso il cellulare di Giulia per allontanarlo da lei, per spegnerlo insomma. Poi, dopo Fossò, l’ho buttato dal finestrino, assieme al coltello, mi pare in un fossato, un piccolo canale che circonda un terreno, ma non ricordo con precisione dove”. Così Filippo Turetta, ha risposto al pm Petroni sul particolare del telefonino di Giulia Cecchettin, finora mai ritrovato. “Stavo guidando – ha aggiunto – e non ricordo bene, ho gettato questi due oggetti, in un fossato, mentre ero su una strada secondaria”.