Con passo lento, inconsapevole del destino che lo attende, Santo Romano si avvicina a quello che sarà il momento fatale. Vestito di bianco e affiancato dagli amici, il giovane sembra tranquillo, forse maneggiando qualcosa. In pochi secondi, tra auto e aiuole nel cuore della movida di San Sebastiano al Vesuvio, si consuma l’ultimo atto della vita del 19enne, promettente calciatore, colpito da un proiettile al petto nella notte di sabato scorso in piazza Capasso come riportato da Il Mattino.
Omicidio Santo Romano, spunta il video del delitto
Le indagini, arrivate all’arresto del 17enne L.D.M., rivelano i dettagli di una serata drammatica. Al centro della scena, nelle immagini agli atti dell’inchiesta, si vede Santo allontanarsi dalla Smart in cui si trova l’adolescente, con cui aveva avuto una discussione pochi istanti prima. Poi, inaspettatamente, il giovane decide di tornare sui suoi passi, forse per un chiarimento finale. Percorre una decina di metri e si avvicina alla vettura. Nella concitazione, sembra alzare il braccio come per lanciare qualcosa, ma l’epilogo arriva tragicamente: due colpi di pistola lo colpiscono, interrompendo per sempre la sua giovane vita.
La ricostruzione dei fatti, portata avanti dal gip Anita Polito e dal pm Ettore La Ragione, include testimonianze e video della notte fatale. Uno dei testimoni racconta un episodio accaduto appena un’ora e mezza prima del delitto: il 17enne, protagonista del tragico epilogo, aveva già dato prova di un atteggiamento minaccioso. Attorno alle 23 di quella sera, pare avesse avuto una lite con un altro ragazzo, durante la quale avrebbe puntato una pistola alla gola del coetaneo, una minaccia che lascia intuire la sua indole violenta e incline alla provocazione.
“Ho visto un gruppo di ragazzi discutere in piazza,” racconta un testimone. “Un ragazzo, forse minorenne, ha estratto una pistola puntandola sotto il mento dell’altro. Alla fine ha riposto l’arma e si è allontanato”. Quel ragazzo, ora identificato come L.D.M., nega di aver estratto la pistola, ma conferma l’alterco. Tuttavia, la tensione non si dissipa e la situazione degenera poco più tardi.
La scarpa calpestata
Il motivo scatenante? Una scarpa calpestata, un gesto insignificante che, unito all’orgoglio e alla provocazione, si trasforma in una tragedia. “Avevo scarpe firmate Versace, costate 500 euro, e mi sono arrabbiato quando me le hanno sporcate,” dichiara il 17enne. Così, intorno alle 00:40, l’ennesima discussione si accende. Quando Santo si riavvicina alla Smart, forse per un insulto o una minaccia, ignora che l’altro sia armato, e che lo stesso ragazzo non ha esitato, poco prima, a puntare un’arma contro un coetaneo.
In un attimo, la situazione degenera. “Ho visto Santo vicino alla Smart, con un amico accanto,” racconta una testimone. “Ha urlato al ragazzo di scendere e alzato la mano come per lanciare qualcosa. Subito dopo ho visto l’altro sparare due colpi, prima scarrellando la pistola”. Poi, la scena più straziante: “Santo ha sollevato la maglietta per mostrare il foro sul petto…”.