Arriva l’ammissione di Francesco Pio Valda, a processo per l’omicidio del giovane pizzaiolo Francesco Pio Maimone. In videoconferenza ha confessato di aver impugnato una pistola e di aver sparato un paio di colpi ma continua a dichiararsi non colpevole: “Non l’ho ucciso io”. Lo riporta Il Mattino.
Omicidio Francesco Pio Maimone, l’ammissione di Valda
Ammette di aver impugnato un’arma e afferma di aver fatto fuoco. Tuttavia, sostiene anche di aver udito altri due colpi provenire da un’altra persona mentre si allontanava. Nella sala 114 della prima corte di assise, l’imputato Francesco Pio Valda si esprime riguardo all’omicidio di Francesco Pio Maimone, avvenuto la notte del 20 marzo 2023. Si tratta di un momento cruciale nel processo relativo al delitto degli chalet di Mergellina, poiché per la prima volta parla il presunto assassino.
In videoconferenza, Valda fa delle ammissioni: ha confessato di aver impugnato una pistola e di aver esploso alcuni colpi durante un’aggressione subita; tuttavia, afferma di non sapere come sia morto il giovane, poiché – sostiene – sarebbero stati sparati altri colpi. Approfondiamo ora la sua testimonianza.
“Ho sparato ma non l’ho ucciso io”
Difeso dall’avvocato penalista Antonio Iavarone, Valda ha dichiarato: «Quella sera mi trovavo allo chalet Agostino, dove stavamo cercando di conquistare due ragazze. Mi sono avvicinato a un bancone e un ragazzo, che mi fissava insistentemente, ha colpito il tavolo con la mano, facendogli cadere delle cose. Da lì è scoppiata un’aggressione. Mi hanno attaccato senza alcun motivo. Ho ricevuto un calcio e ho provato dolore». Ecco il momento cruciale della sua testimonianza: «Ho estratto l’arma che avevo con me e ho sparato due colpi, ma non ricordo in quale direzione. Sono fuggito e ho sentito altri colpi di pistola. Da quel momento sono qui in cella, non so come sia morto quel povero ragazzo, che ancora oggi pesa sulla mia coscienza. Porgo le mie scuse alla sua famiglia, ma non ho idea di come sia avvenuta la sua morte».
Le dichiarazioni che non convincono i genitori di Francesco Pio, assistiti dall’avvocato penalista Sergio Pisani: «Non accettiamo queste scuse. Si metta la mano sulla coscienza e dica la verità. Qual è il senso di affermare di aver udito altri spari, se non sono stati rinvenuti ulteriori bossoli? L’unico bossolo trovato è quello che ha ucciso mio figlio – afferma Antonio Maimone – e corrisponde a quelli rinvenuti nell’abitazione dell’imputato».