Cronaca

“Se piangi ti picchio ancora di più”, dodicenne frustato dal padre per i voti a scuola a Roma: colpito così forte che non riusciva più a scrivere

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Foto di repertorio

“Se piangi ti picchio ancora di più”, dodicenne frustato dal padre per i voti a scuola a Roma: colpito così forte che non riusciva più a scrivere. Ad accorgersi delle violenze l’insegnante e la preside, che hanno fatto scattare l’allarme.

Ragazzo frustato dal padre per i voti a scuola a Roma

Se piangi, ti picchio ancora di più”, gli ripeteva suo padre mentre lo colpiva con la cintura o il manico di un ombrello, infliggendogli botte così forti da impedirgli di scrivere. Il motivo di tali violenze erano i voti scolastici, che non soddisfacevano le aspettative del padre. A rendersi conto del disagio e della violenza che un dodicenne subiva da anni sono state un’insegnante e la preside di una scuola di Roma. La docente lo ha notato durante una lezione: stava con le braccia incrociate, isolato dalla discussione con i compagni, e mostrava un umore cupo. Quando è stato invitato a parlare della sua situazione, ha rivelato ciò che accadeva a casa e le violenze che subiva.

Cosa è successo

Dopo aver tentato di rassicurarlo, la docente, preoccupata per la profonda disperazione del ragazzo, lo ha invitato a parlare apertamente con lei. I due sono usciti dall’aula per avere una conversazione riservata. Era il 2022. “Mi ha raccontato che il padre lo maltrattava regolarmente fin dall’età di 3 anni – ha spiegato la professoressa – Il motivo erano i voti scolastici: dovevano essere eccellenti, non bastava che fossero sufficienti o anche solo discreti. A volte, però, lo picchiava anche senza alcun motivo”. Il ragazzo si sfogava con la madre, piangeva ogni sera, ma la situazione non cambiava mai. In un’occasione, ha anche condiviso quanto accadeva in casa con una compagna di banco.

Un’altra insegnante ha notato la situazione: “Mi ha raccontato che quando suo padre lo vedeva piangere, lo picchiava ancora di più – ha spiegato – Lo colpiva con una cintura sugli avambracci e sui gomiti, tanto che non riusciva nemmeno a scrivere. Una volta ha usato anche una corda e il manico metallico di un ombrello: si è fermato solo grazie all’intervento della madre, che è arrivata urlando”. Appena venuti a conoscenza della situazione, le professoresse hanno subito inviato una segnalazione ai pm di piazzale Clodio per “ogni opportuno approfondimento e intervento”, come riportato dalla Repubblica nell’edizione romana. Così è scattato l’intervento dei carabinieri della compagnia di Trastevere, e l’uomo è stato portato a processo davanti alla prima sezione del Tribunale con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La moglie, invece, è accusata di abuso dei mezzi di correzione.

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