La Biblioteca Provinciale di Salerno, un autentico baluardo culturale e la più antica biblioteca provinciale d’Italia, è stata chiusa a causa di gravi carenze igienico-sanitarie. L’ordinanza, emessa dalla Provincia di Salerno, ha fatto seguito a ispezioni dell’ASL e dei Vigili del Fuoco, che hanno evidenziato problemi strutturali e non conformità alle normative di sicurezza. La chiusura, effettiva dal 18 novembre, resterà in vigore fino a nuova disposizione come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Chiusa la biblioteca provinciale di Salerno
Fondata nel 1843, la biblioteca ospita un patrimonio di oltre 400mila volumi, tra cui testi rari, pergamene, incunaboli e cinquecentine. Tra i tesori conservati spiccano manoscritti di inestimabile valore storico, come il codice delle Consuetudines Civitatis Amalfie. Per decenni, la struttura è stata un punto di riferimento per studenti e studiosi, offrendo spazi per lo studio e la ricerca. Solo recentemente, dal 14 ottobre, la biblioteca aveva esteso il proprio orario, garantendo l’accesso dal lunedì al venerdì fino alle 19:30.
I motivi della chiusura
La decisione di chiudere l’edificio è stata presa dopo un esposto che ha portato le autorità a monitorare attentamente la situazione. Sebbene la Provincia avesse già avviato interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, i tempi e le risorse disponibili non sono risultati sufficienti a soddisfare le stringenti normative richieste.
Angelo Michele Lizio, responsabile del settore edilizia scolastica della Provincia, ha espresso il proprio rammarico, sottolineando la necessità di fondi urgenti per rendere nuovamente accessibile il polo culturale. Lizio ha dichiarato che il prossimo passo sarà rendere pubblici gli atti relativi alle verifiche effettuate da ASL e Vigili del Fuoco.
L’ente provinciale sta valutando diverse opzioni per reperire i fondi necessari, coinvolgendo la Regione e il Ministero competente. Tuttavia, i tempi di riapertura rimangono incerti, e la chiusura rappresenta un duro colpo per la comunità locale, che si vede privata di un luogo fondamentale per la formazione e la cultura.