Nel pomeriggio di Sabato 16 novembre, il museo archeologico di Paestum ha finalmente riaperto al pubblico la sezione contenente i reperti romani della città. Il tutto sottoforma di un nuovissimo riallestimento collocato nella sala dedicata al professore Mario Torelli. Diversi i ritrovamenti inediti esposti per la prima volta al pubblico, una speciale attenzione è stata dedicata alla vita quotidiana e pubblica degli abitanti di Paestum durante il suo periodo latino. La sezione romana esiste da ben 25 anni, tuttavia l’intera struttura del museo è in continua evoluzione proprio per ospitare le frequenti scoperte del sito. A spiegare questo particolare è stato proprio il direttore del museo archeologico Tiziana D’Angelo:
“La ricerca stratigrafica continua da tempo e le scoperte non si sono mai fermate. Il museo archeologico esiste da più di 70 anni e la crescente mole di reperti non è la sola causa dei nostri riallestimenti. Il pubblico cambia e insieme cambiano le sue esigenze. I cambiamenti sono dunque fondamentali per mantenere il museo un solido punto di interesse per tutti i visitatori.”
Quali sono i reperti esposti ?
Il riallestimento della sezione romana del museo archeologico di Paestum vanta dunque un’ampia collezione di reperti inediti e non. Sempre il direttore del museo ha affermato:
“Uno dei reperti inediti protagonisti di questo riallestimento è una testa in pietra calcarea appartenente al capitello di una colonna corinzia, posta nel tempio della pace. Una struttura di epoca romana situata proprio all’interno del foro. Questo ritrovamento ci riporta ad un importantissimo spaccato della vita pubblica romana della città di Paestum. Con questo riallestimento stiamo cercando proprio di far uscire dall’oscurità quelle che erano la magnificenza e la dinamicità di Paestum durante l’epoca romana.”
Oltre ai reperti statuari, la sala Mario Torelli si fa ricca di diversi reperti appartenenti alla vita quotidiana degli antichi abitanti della città. Diversi i tesoretti di monete latine, le targhette incise di bronzo, gli utensili per la pesca, le anfore e i tanti altri oggetti appartenenti alle radici e al cuore della Paestum latina e dei suoi abitanti. A fare da cornice a questo patrimonio storico e archeologico, vi è la narrazione del Grand Tour tramite quadri e incisioni prestati al Museo Archeologico o già presenti negli archivi.
La memoria del Grand Tour
“Dal 1700 in poi, il sito archeologico di Paestum venne riscoperto e inserito nelle principali tappe del Grand Tour. Questo rappresenta l’inizio del fenomeno culturale più importante scaturito dal patrimonio storico di Paestum. In occasione di questo riallestimento, la sala Mario Torelli ospiterà, insieme a tante altre incisioni e vedute pestane, le incisioni settecentesche di Giovanni Battista Piranesi e di suo figlio Francesco Piranesi”
Questo interessante particolare descritto da Tiziana D’Angelo anima e modernizza una mostra già spettacolare. Ai reperti latini di duemila anni fa, si accostano vedute, incisioni, foto e documenti che raccontano la scoperta del sito dal settecento fino al secolo scorso. tutto questo è possibile grazie a un accordo stipulato con la fondazione Gian Battista Vico.
“La fondazione Gian Battista Vico ci ha dato in prestito ben 10 opere tra incisioni e quadri esposte tutte nella sottosezione della sala.”