Il tribunale di Torino ha condannato a 12 anni di reclusione l’uomo di origini filippine accusato di aver violentato ripetutamente la figlia appena adolescente, fino a metterla incinta. Gli abusi si sono consumati anche all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Torino dove la 12enne era stata ricoverata in attesa del parto. La verità viene scoperta solo grazie alle telecamere nascoste installate nella camera della minorenne.
Torino, condannato a 12 anni per aver violentato la figlia adolescente fino a metterla incinta
Come riporta TorinoToday, anche la madre della vittima è imputata per concorso in violenza sessuale. Secondo la procura, la donna sapeva cosa accadeva in casa ma non avrebbe fatto nulla per impedirlo. Era stata proprio lei, nel luglio 2023, ad accompagnare la ragazzina al Sant’Anna per informarsi sul parto.
Alle domande su chi fosse il padre del bambino la ragazzina rispondeva in maniera evasiva, parlando prima di un compagno di scuola, poi di una chat di incontri. Da lì la segnalazione all’autorità giudiziaria e la decisione di indagare sulla gravidanza, considerata quantomeno sospetta.
La scoperta degli abusi
Nel corso delle indagini la posizione del padre della minore, che viveva in Italia da circa 10 anni e lavorava come lavapiatti, si aggrava e così la polizia giudiziaria riceve incarico di installare delle telecamere nascoste nella stanza del reparto ginecologico dove era ricoverata la ragazza.
Una notte suo padre va a farle visita, si infila sotto alle lenzuola e la costringe ad avere un rapporto sessuale anche in spedale. Per l’uomo scatta l’arresto mentre il successivo esame del Dna sul feto conferma che è lui il padre del bambino che la figlia porta il grembo. Il neonato è stato poi dato in adozione mentre la vittima è stata trasferita in una comunità protetta per minori
La condanna
Nei nei confronti del 38enne è arrivata la sentenza di primo grado al termine del processo con rito abbreviato. L’uomo è stato condanno a 12 anni di reclusione e la corte ha accordato alla vittima una provvisionale da 50mila euro a titolo di risarcimento, oltre a 3mila euro ad ognuno dei suoi tre fratelli, che per anni avrebbero subito maltrattamenti da parte dell’uomo.