Mondragone, la situazione sembra essere tornata sotto controllo dopo le tensioni e la guerriglia urbana dell’altro giorno. Resta però lo stato di allerta. L’emergenza sanitaria si è trasformata in emergenza sociale, scatenando rancori e rabbia latenti da tempo tra la comunità di immigrati bulgari e gli italiani.
Mondragone, tensioni sotto controllo: resta l’allerta
L’attenzione sulla zona è rimasta massima e proseguono le attività di controllo e i presidi di ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine. Dall’altra sera, come annunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, sono arrivati i rinforzi dell’Esercito (un centinaio di militari in tutto) a sorvegliare i varchi di accesso ai cinque brutti palazzoni al centro della città intorno ai quali, da lunedì scorso, è stato steso un cordone sanitario per l’insorgere di un nuovo focolaio epidemico da coronavirus. Rintracciati anche i 19 cittadini stranieri di cui si erano perse le tracce.
Lo screening di massa
È stato completato intanto lo screening di massa sugli occupanti delle palazzine, in isolamento domiciliare fino a martedì prossimo. In totale sono stati eseguiti 743 tamponi. Il numero dei positivi è fermo a 43, di cui 9 casi si sono registrati nello stabile occupato in prevalenza da italiani, il resto in quelli dove vivono i bulgari di etnia rom.
Parla De Luca
«Dobbiamo spegnere assolutamente il focolaio e non farlo diffondere nei comuni vicini. La provincia di Caserta è una di quelle che ha retto meglio ed è doveroso contenerlo», ha affermato il governatore della Campania Vincenzo De Luca. I risultati dello screening sono fondamentali per decidere le misure da assumere. Se i positivi dovessero crescere, il rischio è l’estensione della zona rossa all’intero territorio.