Cronaca Napoli, Napoli

Napoli, operaio ucciso dall’amianto: risarcimento da 1,5 milioni di euro alla famiglia

Foto di repertorio

Il Tribunale di Roma ha accertato la responsabilità della raffineria della Kuwait di Napoli per la morte di un dipendente deceduto a 70 anni per un mesotelioma pleurico. Lo rende noto l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) in un comunicato.
L’azienda è stata condannata a risarcire la famiglia dell’operaio con la somma di 444.787 euro e, per i danni sofferti  singolarmente, un importo di circa 300mila euro ciascuno alla vedova e ai 3 figli.

Napoli, operaio morto a 70 anni per amianto: raffineria condannata

L’uomo ha lavorato per 22 anni alle dipendenze della Kuwait, già Mobil Oil Italiana, presso la raffineria di Napoli, inizialmente pompista e poi come conduttore caldaie e impianti di produzione della centrale termoelettrica.

Sulla base dell’istruttoria del giudice del Lavoro del Tribunale, e la consulenza tecnica e medico legale, sono emerse le precise responsabilità dell’azienda per l’utilizzo della fibra killer senza restrizioni, e l’esposizione del lavoratore, diretta, indiretta e per contaminazione ambientale a polveri e fibre di amianto in assenza di misure cautelari.

La battaglia legale

I familiari sono stati assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che sottolinea: “si tratta di una importante pronuncia perché conferma il rischio amianto anche nel settore petrolchimico, che ha visto una elevata incidenza epidemiologica di casi di mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, e di tutti gli altri, causati dall’amianto. Questo impone una accelerazione nella bonifica e messa in sicurezza del SIN relativo proprio a Napoli, come abbiamo più volte richiesto”.

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