Cronaca

Come cambia il lavoro nel 2025: dallo smart working alla settimana corta

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Foto di repertorio

Dallo smart working alla settimana corta: come cambia il lavoro nel 2025.  Anche le normative riguardanti i buoni pasto, finora negati ai dipendenti pubblici in smart working, verranno riviste. Inoltre, per valorizzare le competenze dei lavoratori più esperti, saranno attivati programmi di mentoring, che permetteranno di formare mensilmente le nuove generazioni.

Statali, come cambia il lavoro nel 2025

Nel 2025, il lavoro nei ministeri subirà delle trasformazioni significative. I dipendenti delle Funzioni centrali avranno l’opportunità di sperimentare la settimana corta, senza però una riduzione dell’orario di lavoro, e potranno beneficiare di un numero maggiore di giorni di smart working, a partire da coloro che sono fragili e dai caregiver. Anche le normative riguardanti i buoni pasto, finora negati ai dipendenti pubblici in smart working, verranno riviste. Inoltre, per valorizzare le competenze dei lavoratori più esperti, saranno attivati programmi di mentoring, che permetteranno di formare mensilmente le nuove generazioni. Questo processo di mentoring sarà bidirezionale, con i giovani che condivideranno le loro conoscenze, in particolare nel campo digitale, con i colleghi più anziani. Queste sono alcune delle novità previste dal nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) 2022-2024 per le Funzioni centrali. A partire da gennaio, il Ccnl porterà un aumento medio di 165 euro lordi al mese nelle buste paga di circa 200.000 dipendenti pubblici, dopo aver ricevuto l’approvazione dal Consiglio dei ministri.

Settimana breve

Inizia il test nei ministeri. A partire dal prossimo anno, i dipendenti pubblici delle Funzioni centrali avranno la possibilità di suddividere le 36 ore settimanali di lavoro su quattro giorni anziché cinque. In pratica, ciò significa che il venerdì potranno godere di un giorno libero. Tuttavia, è importante sottolineare che la norma sulla settimana breve non riduce il totale delle ore di lavoro che i dipendenti pubblici delle Funzioni centrali devono completare durante la settimana, che rimangono fissate a trentasei.

Una direttiva dell’ex ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, stabiliva che nel settore pubblico il lavoro in presenza dovesse essere predominante. Tuttavia, questo vincolo è stato superato dal nuovo contratto delle Funzioni centrali, almeno per quanto riguarda i dipendenti fragili e i caregiver che assistono un familiare disabile in modo continuativo. Queste due categorie di lavoratori avranno la possibilità di lavorare da remoto anche tutti i giorni della settimana.

Lavoro agile

I dipendenti in smart working avranno la possibilità di usufruire di un numero maggiore di giorni di lavoro da remoto? Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana, estende anche ai neoassunti l’opportunità di lavorare da casa. Durante le trattative per il contratto, le amministrazioni centrali sono ora autorizzate a proporre un numero maggiore di giorni di smart working per attrarre giovani talenti e soddisfare le esigenze dei lavoratori in remoto. Pertanto, non è più in vigore il vincolo che richiedeva una prevalenza del lavoro in presenza.

Buoni pasto

Buoni pasto, basta al Far West. Fino ad ora, nel settore pubblico, il lavoro da remoto comportava la perdita del diritto ai buoni pasto per i dipendenti. Tuttavia, alcune amministrazioni, come la Presidenza del Consiglio, hanno continuato a erogarli anche nei giorni di lavoro da remoto, mentre altre non lo hanno fatto. Ora, il nuovo contratto stabilisce che il buono pasto è sempre previsto per le giornate di lavoro agile, a condizione che vengano svolte le stesse ore previste per il lavoro in presenza.

Age management

In che modo si attuerà l’age management nelle amministrazioni pubbliche? In un contesto in cui l’età media dei dipendenti pubblici si aggira intorno ai 50 anni, la normativa sull’age management mira a favorire una collaborazione intergenerazionale più efficace. Saranno implementati programmi di mentoring (incluso il reverse mentoring) all’interno delle diverse amministrazioni, per facilitare lo scambio di competenze tra le diverse generazioni. I lavoratori più esperti condivideranno le loro conoscenze con i più giovani, mentre questi ultimi saranno incaricati di “aggiornare” le competenze dei colleghi senior.

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