Cronaca

Helen Comin è morta dopo un intervento al seno a Treviso: due medici indagati per omicidio colposo

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Helen Comin

Helen Comin è morta dopo un intervento al seno, due medici sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta di due professionisti della clinica privata di Castelfranco Veneto, dove Helen Comin si era sottoposta a un intervento estetico al seno, sono attualmente indagati per omicidio colposo. La donna, madre di quattro figli, è morta dopo cinque giorni di coma a causa di complicazioni legate all’operazione. Sono emersi dubbi riguardo all’uso di un potente antidolorifico.

Helen Comin è morta dopo un intervento a Treviso: due indagati

Due medici sono sotto inchiesta per omicidio colposo nel caso di Helen Comin, la quale è deceduta il 10 settembre 2024, cinque giorni dopo aver subito un intervento di sostituzione delle protesi al seno. Comin, madre di quattro figli, si era rivolta a una clinica privata di Castelfranco Veneto per l’operazione e ha perso la vita a causa di alcune complicazioni insorte post-intervento. La Procura di Treviso ha avviato un’inchiesta sulla sua morte, coinvolgendo i due medici della clinica.

L’intervento si era svolto apparentemente senza complicazioni e Helen era stata trasferita nel reparto post-operatorio, dove, sotto la vigilanza del personale medico, sembrava trovarsi in buone condizioni. Tuttavia, dopo poco più di un’ora, la situazione è precipitata inaspettatamente e la donna ha subito un arresto cardiaco. Il personale sanitario ha tentato di rianimarla, ma senza successo. Il 118, intervenuto prontamente, ha trasportato la donna d’urgenza all’ospedale di Castelfranco Veneto. Qui, Helen è rimasta in coma per cinque giorni prima di perdere la vita.

Le indagini

Attualmente, due medici della clinica sono sotto indagine, mentre l’inchiesta si focalizza sull’ipotesi che la crisi possa essere stata scatenata da un farmaco, in particolare un potente antidolorifico che, in combinazione con i residui dell’anestesia, potrebbe aver generato un effetto paradosso, causando uno stress cardiaco fatale.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il medicinale non risulterebbe presente nelle cartelle cliniche sequestrate presso la struttura. Tuttavia, una telefonata intercorsa il 7 settembre tra un’infermiera e l’ospedale di Castelfranco suggerirebbe che il farmaco sia stato somministrato alla paziente.

Gli inquirenti stanno cercando di chiarire la situazione e di comprendere perché l’uso del medicinale non sia stato registrato nella documentazione della clinica. I risultati dell’autopsia e delle analisi sui tessuti della paziente potrebbero rivelarsi cruciali per determinare le cause del decesso e per confermare o meno la presenza del farmaco antidolorifico nel suo organismo.

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