Un incubo durato 20 anni, quello di una donna che è stata maltrattata, ridotta in schiavitù, lasciata senza cibo e soldi dal marito: l’uomo, un 80enne di Fasano (Brindisi) è stato condannato a cinque anni di carcere per maltrattamenti in famiglia. Per due decenni l’imputato ha fatto vivere la moglie in schiavitù, privandola dei soldi e della libertà di uscire, costringendola a mangiare gli avanzi e a interrompere numerose gravidanze.
Brindisi, maltrattata e ridotta in schiavitù dal marito: condannato 80enne
La sentenza è stata emessa dal giudice del tribunale di Brindisi Stefania De Angelis. L’uomo, 80 anni, dovrà scontare cinque anni di carcere per maltrattamenti in famiglia. Il suo avvocato ha già detto che presenterà ricorso.
L’incubo della donna ha avuto inizio nel 2000 – anno del suo matrimonio – ed è andato avanti sino al 2020, anno in cui si è rivolta ad un centro antiviolenza di Fasano, in provincia di Brindisi. Durante il processo la vittima ha confermato le vessazioni quotidiane riportate nella denuncia: maltrattamenti disumani e condizioni di vita al limite della schiavitù. La donna era costretta a lavare e vestire il marito, assistendolo anche nei bisogni fisiologici in bagno.
La donna costrette a subire nove aborti
Secondo quanto riferito dalla vittima il marito l’avrebbe privata di soldi, indotta a rubare in alcune attività commerciali, e a cibarsi con gli “avanzi” lasciati dal consorte. Inoltre, durante i 20 anni di matrimonio, la donna sarebbe stata costrette a subire ben nove aborti, documentati da cartelle cliniche depositate in udienza dal suo avvocato.