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Staffetta da Torino a Napoli per donare la maglietta di Yildiz a un bimbo malato di leucemia

Staffetta donare maglia Juventus bambino Santobono
La maglia

È preceduta da un atto di solidarietà nei confronti di chi soffre, la sfida tra Napoli e Juventus in programma sabato prossimo allo stadio Maradona: grazie a una vera e propria “staffetta dell’amore” che ha messo in contatto Torino e Napoli, un bimbo gravemente malato, ricoverato nell’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli, ha visto soddisfatto il suo desiderio di avere una maglietta del suo club preferito, la Juventus.

Staffetta per donare una maglia della Juventus a un bambino del Santobono

Tutto è iniziato durante la consegna dei regali di Natale che, come ogni anno, si svolge nell’ospedale pediatrico partenopeo su iniziativa dell’associazione “Terra dei Cuori onlus” fondata dalla giornalista anti camorra sotto scorta Marilena Natale.

Domenico, un bimbo di sette anni affetto da leucemia, durante la distribuzione, esprime il desiderio di avere una casacca della sua squadra e la macchina della solidarietà si attiva in men che non si dica: la giornalista, malgrado sia una tifosa sfegatata del Napoli, appena terminata la consegna ai piccoli pazienti del reparto, si mette immediatamente in contatto con la stazione dei carabinieri di Caselle a Torino. I militari sono disponibilissimi: si recano nella sede del club bianconero e riescono a farsi consegnare una maglietta del calciatore turco-tedesco Kenan Yildiz autografata.

La casacca viene portata in aeroporto e affidata a un pilota d’aereo diretto a Napoli; a Capodichino viene presa in consegna dalla Polizia di Stato presente in aeroporto. Gli agenti la portano alla cronista e quest’ultima, stamattina, è tornata in ospedale a per regalarla a Domenico, che quando l’ha vista quasi non credeva ai suoi occhi.

“Ringrazio i carabinieri, la polizia, il comandante dell’aereo e Rodolfo Conenna, direttore generale del Santobono Pausilipon e la Juventus – dice la Natale, che in reparto ormai chiamano ‘mamma Natale’ – per questo piccolo-grande miracolo, per avermi consentito di raggiungere ancora una volta il nostro obiettivo: rubare attimi alla sofferenza”.

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