Maria Ammirati morì in seguito all’aborto, ora il processo è alle battute finali, la sentenza per medici e infermieri è prevista entro febbraio. Si torna in aula agli inizi di febbraio per la conclusione del processo in appello per la morte di Maria Ammirati, la ragazza morta a 35 anni dopo l’aborto ed un’odissea tra gli ospedali di Caserta e Marcianise.
Maria Ammirati morta dopo l’aborto, la sentenza ci sarà a febbraio
Il processo, che si sta celebrando dinanzi alla sezione presieduta dal giudice Grassi del tribunale di Napoli, volge alle battute finali, con l’ultima arringa dei difensori prevista agli inizi di febbraio e la sentenza.
Nel corso della sua requisitoria il pg ha chiesto 2 anni per Maria Tamburro, Maria Golino e Luigi Vitale (condannati a 4 anni in primo grado) e per Nicola Pagano, il ginecologo che aveva in cura la ragazza (condannato a 3 anni in primo grado) mentre per Carmen Luigia De Falco, Andrea Fusco e Pasquale Parisi è stata chiesta la conferma dell’assoluzione già pronunciata in primo grado. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Andrea Piccolo, Paolo Sperlongano, Giuseppe Foglia, Paolo Trofino e Bernardino Lombardi.
La lunga sofferenza tra gli ospedali di Caserta e Marcianise
Maria Ammirati morì nell’estate del 2012 dopo un’intervento di amniocentesi in seguito al quale iniziò a soffrire di forti dolori addominali. Sintomi che la spinsero a recarsi all’ospedale di Caserta dove le venne diagnosticata una colica renale. Venne dimessa.
Il giorno successivo la 35enne si recò all’ospedale di Marcianise dove finalmente venne acclarata la perdita di liquido amniotico e la morte del feto. L’infezione provocò nella donna una neuropenia. Così la giovane firmò nuovamente le dimissioni dall’ospedale e si recò nuovamente all’ospedale di Caserta dove arrivò alle 20,15, in condizioni già gravissime, morendo nella notte. Da quel giorno sua madre invoca giustizia a suon di manifesti affissi nelle strade di Caserta e lungo il viale Carlo III.