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Salerno, sesso a pagamento nell’Albergo Italia: richiesta condanna per due imputati

Bergamo prostituzione
Immagine di repertorio
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Giro di prostituzione nell’Albergo Italia nel comune di Salerno: chiesta la condanna per due imputati. L’inchiesta, originariamente condotta dall’ex pubblico ministero Roberto Penna e culminata con sette arresti nel 2014. Lo riporta Le Cronache.

Salerno, prostituzione nell’Albergo Italia: condanna per due imputati

Si avvicinano le conclusioni del processo ordinario riguardante la prostituzione nell’Albergo Italia di Salerno, con la richiesta di condanna per due imputati. L’inchiesta, originariamente condotta dall’ex pubblico ministero Roberto Penna e culminata con sette arresti nel 2014, è ora sotto la supervisione di Giampaolo Nuzzo, che ha chiesto una pena di 7 anni per Armando Tortora, il principale accusato e proprietario della struttura, e 3 anni e 2 mesi per Sergio Storniello, ritenuto responsabile della sicurezza delle prostitute. La sentenza è attesa per il 25 marzo presso la Cittadella giudiziaria di Salerno. È importante notare che il processo è ripartito da zero nel 2017 a causa di alcune eccezioni sollevate dalle difese.

In un hotel situato lungo il corso Vittorio Emanuele di Salerno, alcune prostitute romene, reclutate da intermediari locali (successivamente condannati), offrivano incontri con i clienti a prezzi che variavano da 50 a mille euro. Dopo aver contattato le giovani, i clienti si recavano nella struttura alberghiera, situata nel “salotto buono” di Salerno, e fornendo semplicemente il nome della ragazza con cui avevano parlato, venivano accompagnati da un membro dello staff. Gli incontri si svolgevano in una sezione dell’hotel, dalle 9 del mattino all’una di notte, garantendo la massima riservatezza ai clienti. Durante le perquisizioni ordinate dalla procura, erano stati sequestrati numerosi documenti e appunti relativi all’attività dell’organizzazione, oltre a computer, telefoni e materiale cartaceo di alcune banche..

In precedenza, erano stati condannati a due anni di reclusione il portiere dell’hotel, che aveva optato per il rito abbreviato, e una donna romena, che ha scontato un anno e mezzo di carcere. Quest’ultima era considerata la maitresse delle “squillo” straniere, gestendo gli annunci online. La struttura di Armando Tortora fu sottoposta a sequestro e solo anni dopo venne dissequestrata. L’operazione scattò nel settembre 2014, condotta dalla polizia postale, con arresti e indagini avviate su iniziativa del sostituto procuratore Roberto Penna. Ora si avvia l’ultima fase del processo di primo grado per i due imputati, che rischiano complessivamente oltre 10 anni di pena.

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