La vicenda del cosiddetto “muro della vergogna” sulla spiaggia dell’Arco Naturale di Palinuro, costruito e poi demolito nell’arco di pochi mesi, torna al centro dell’attenzione con una nuova indagine.
Dopo l’intervento della Procura, ora anche la Corte dei Conti ha acquisito l’intera documentazione relativa all’opera, con l’obiettivo di verificare un possibile spreco di denaro pubblico e accertare eventuali irregolarità amministrative nella gestione del progetto come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Palinuro, nuova inchiesta sul muro della vergogna
L’indagine punta a chiarire chi abbia sostenuto le spese sia per la costruzione sia per la successiva demolizione del manufatto, un muro in cemento e sabbia alto circa un metro e lungo oltre 100 metri, realizzato in modo difforme rispetto al progetto iniziale. I primi dubbi sulla regolarità dell’opera erano stati sollevati da cittadini e associazioni ambientaliste, che già alla fine dell’estate avevano denunciato l’intervento. La Capitaneria di Porto di Palinuro, dopo numerose segnalazioni, aveva effettuato sopralluoghi e richiesto l’accesso agli atti al Comune di Centola.
Le verifiche avevano confermato che il muro era stato costruito con una variante al progetto originario, ma senza le necessarie autorizzazioni da parte degli enti preposti. Di conseguenza, dopo settimane di polemiche, l’opera era stata bloccata e demolita. La documentazione era già finita sotto l’attenzione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, che aveva aperto un fascicolo d’indagine, poi probabilmente archiviato. Ora, però, la Corte dei Conti intende far luce sulla gestione delle risorse economiche impiegate nel progetto.
Verso la riapertura della spiaggia
Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha annunciato che i lavori per la messa in sicurezza dell’area riprenderanno presto, con l’obiettivo di completare il progetto entro la prossima estate e consentire la riapertura della spiaggia, chiusa ormai da anni. “L’iter amministrativo in variante è stato completato e a breve verrà convocato un tavolo tecnico per la ripresa dei lavori”, fanno sapere dal Comune.
Tuttavia, resta ancora un interrogativo irrisolto: che fine ha fatto il materiale di scarto del muro abbattuto? Alcune segnalazioni indicano la presenza di cemento e detriti ancora sulla spiaggia, motivo per cui sono state richieste ulteriori verifiche.
Secondo le associazioni ambientaliste, l’intera vicenda ha messo in luce la mancanza di un piano chiaro e strutturato per la tutela dell’Arco Naturale e della sua spiaggia. Ora, residenti e operatori turistici sperano in una soluzione definitiva che possa restituire al territorio uno dei luoghi più iconici e suggestivi della costa cilentana.