Lo stabilimento TGS di Striano è stato posto sotto sequestro nella mattinata di oggi, martedì 11 febbraio, dal personale della Capitaneria di Porto. L’azienda è accusata di scarichi illegali e smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi nel fiume Sarno.
Inquinamento, sequestro stabilimento TGS a Striano
Questa mattina, martedì 11 febbraio, il personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica. L’operazione ha portato al sequestro dello stabilimento della società TGS s.r.l., specializzata nella lavorazione della galvanica elettrolitica, situato nel Comune di Striano. Il legale rappresentante dell’azienda è attualmente indagato per inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), scarico abusivo di reflui industriali e smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi (artt. 137 e 256 del Testo Unico Ambientale).
Le indagini
Le indagini, svolte dalla Guardia Costiera con l’assistenza di un chimico in qualità di ausiliario di polizia giudiziaria e sotto la supervisione della Procura di Torre Annunziata, hanno rivelato che l’azienda operava senza le necessarie autorizzazioni e senza un adeguato sistema di trattamento delle acque reflue. Gli scarichi illeciti di acque reflue industriali, derivanti dal processo produttivo, hanno superato i limiti stabiliti dal decreto legislativo n. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), causando un grave danno all’ambiente.
Le analisi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di metalli pesanti (zinco, cromo, rame) non solo all’interno del ciclo produttivo dell’azienda, ma anche nel suolo, nel sottosuolo e nella rete fognaria pubblica. Questi contaminanti, provenienti dal processo galvanico, hanno inquinato l’intera area circostante, superando in modo significativo i valori limite stabiliti dal D.M. del 5.02.1998 e dalla Tab. 2 dell’All. 5, Titolo V, Parte IV del D.Igs. n. 152/2006.
L’illecito smaltimento e abbandono di rifiuti
Durante le indagini è emerso un illecito smaltimento e abbandono incontrollato di rifiuti liquidi pericolosi derivanti dall’attività industriale. È stato inoltre accertato che le vasche del circuito chiuso traboccavano, causando la fuoriuscita di reflui sul terreno e aggravando ulteriormente la compromissione delle matrici ambientali.
Oltre al sequestro dell’impianto, i militari hanno notificato all’amministratore della società la comunicazione di garanzia per l’illecito amministrativo connesso ai reati contestati, ai sensi dell’art. 25-undecies del D.lgs. 08/06/2001, n. 231. Il provvedimento cautelare, eseguito oggi, ha l’obiettivo di prevenire ulteriori danni all’ambiente circostante e al fiume Sarno.
L’operazione si inserisce in un contesto investigativo più ampio condotto dalla Guardia Costiera, dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e dai Carabinieri Forestali, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. L’intento è quello di combattere gli scarichi illegali di reflui industriali che, in modo diretto o indiretto, si riversano nel fiume Sarno, nei suoi affluenti e nella rete fognaria pubblica, mettendo a rischio l’ecosistema e la salute della comunità.