Il Cras Il Pettirosso denuncia un caso di bracconaggio dopo il ritrovamento di una lupa avvelenata vicino al loro centro di recupero a Prignano, chiedendo aiuto per identificare il colpevole.
Lupa avvelenata in Appennino: taglia di 4 mila euro per trovare il responsabile
La denuncia del Cras Il Pettirosso: “Un atto vile, aiutateci a individuare il colpevole”. Un nuovo caso di bracconaggio scuote l’Appennino modenese. Una lupa è stata avvelenata e trovata senza vita a bordo strada nel Comune di Prignano, nei pressi del Cras Il Pettirosso, noto centro di recupero per animali selvatici.
Di fronte a questo crudele episodio, Piero Milani, fondatore del rifugio, ha annunciato una taglia di 4 mila euro per chiunque fornisca informazioni decisive per identificare e denunciare i responsabili. L’iniziativa è sostenuta anche dall’associazione Salviamo gli orsi della luna. “Mai avrei pensato che potesse accadere qui, nella nostra provincia. Eppure è successo”, ha dichiarato Milani.
Cosa è successo: dal sospetto incidente alla conferma dell’avvelenamento
Il ritrovamento della lupa risale a metà febbraio. Inizialmente si pensava a un investimento stradale, ma le analisi hanno confermato l’avvelenamento, gettando luce su un fenomeno tanto crudele quanto diffuso in Italia. Il lupo è una specie protetta e ucciderlo è un reato grave, ma individuare i colpevoli non è semplice. Per questo gli attivisti hanno deciso di mettere una ricompensa, con l’obiettivo di spezzare il muro di omertà che spesso circonda questi crimini e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Bracconaggio e conflitto uomo-lupo: un problema diffuso
Negli ultimi decenni, la popolazione di lupi è tornata a crescere in Italia, soprattutto lungo la dorsale appenninica. Tuttavia, questa ripresa ha riacceso vecchie tensioni con allevatori e agricoltori, che vedono i grandi predatori come una minaccia per il bestiame e, in alcuni casi, anche per l’economia turistica rurale.
L’avvelenamento è una pratica illegale ma ancora diffusa, spesso utilizzata per contrastare la presenza di lupi nelle aree agricole e montane. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Ispra, in Italia vivono tra i 2.100 e i 2.850 lupi lungo la dorsale appenninica, su un totale di circa 3.500 esemplari nel Paese.
Dalla persecuzione alla protezione: la lunga battaglia per la sopravvivenza del lupo
Fino agli anni ‘60, la caccia al lupo era una pratica legale e sistematica. I cacciatori specializzati, detti “lupari”, hanno portato la specie sull’orlo dell’estinzione, riducendo la popolazione a poche decine di individui. Negli anni ‘70, con l’introduzione di normative nazionali e internazionali – come la Convenzione di Berna – il lupo ha finalmente ottenuto protezione legale, permettendone il graduale ripopolamento.
Tuttavia, la crescita della popolazione non è stata accompagnata da una sufficiente informazione e gestione del conflitto con il mondo rurale, portando a un aumento del bracconaggio e dell’uso di esche avvelenate.
La richiesta di giustizia
Gli attivisti del Cras Il Pettirosso chiedono che chiunque abbia informazioni si faccia avanti, contribuendo a individuare i responsabili e a fermare una pratica crudele e illegale. “L’avvelenamento dei lupi è un problema che riguarda tutti. Se vogliamo proteggere il nostro ecosistema, dobbiamo agire ora”, ha concluso Milani.
Le indagini sono in corso, mentre cresce l’indignazione per un gesto che colpisce non solo gli animali selvatici, ma l’intero equilibrio naturale dell’Appennino.