Un processo per omicidio colposo è stato avviato contro quattro medici e due infermieri dell’ospedale San Pio di Benevento per la morte di un medico settantenne di Cautano, deceduto dopo una serie di interventi legati a cinque ascessi dentari.
Muore per un’infezione ai denti: sei sanitari indagati per omicidio colposo
La vittima è un medico 70enne di Cautano, il decesso dopo una serie di interventi tra San Pio e Cardarelli. Si apre un processo per omicidio colposo a carico di quattro medici e due infermieri dell’ospedale San Pio di Benevento, coinvolti nella morte di un medico settantenne di Cautano. L’uomo è deceduto il 22 aprile 2023 all’ospedale Cardarelli di Napoli, dopo una lunga odissea sanitaria iniziata a causa di cinque ascessi dentari. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.
La vicenda: dai primi sintomi al decesso
Tutto è iniziato con forti dolori ai molari, che avevano portato il 70enne a sottoporsi a una visita odontoiatrica. Diagnosticato un primo ascesso dentale, era stata prescritta una cura antibiotica. Successivi esami radiologici, però, avevano rivelato la presenza di ben cinque ascessi.
Nonostante la terapia antibiotica, il quadro clinico era peggiorato, costringendo il paziente al ricovero presso il San Pio il 25 marzo 2023. Solo tre giorni dopo, il 28 marzo, era stato sottoposto a intervento chirurgico. Il giorno seguente, 29 marzo, era stato dimesso, una decisione che la Procura oggi definisce imprudente, poiché avrebbe impedito un monitoraggio adeguato delle sue condizioni.
Rientrato a casa, il 70enne era stato costretto a tornare in ospedale il 30 marzo, dove era rimasto ricoverato fino al 7 aprile. Secondo l’accusa, durante questa degenza i medici non avrebbero eseguito tempestivamente una TAC né disposto il trasferimento immediato verso una struttura più specializzata.
Il trasferimento al Cardarelli di Napoli avvenne solo nella notte tra il 7 e l’8 aprile. Nel nosocomio napoletano, l’uomo fu sottoposto a un nuovo intervento e ricoverato in rianimazione, dove morì il 22 aprile.
L’inchiesta e gli indagati
La morte ha dato il via a un’inchiesta, partita dalla denuncia dei familiari (assistiti dall’avvocato Angelo Leone) e condotta dalla Procura di Napoli, che ha disposto l’autopsia. Proprio dalla perizia medico-legale sono emersi elementi di responsabilità nei confronti dei sanitari che avevano avuto in cura l’uomo al San Pio.
A finire sotto accusa sono: Roberto Pocino, Francesco De Giulio ,Cosimo Mazzone e Arturo Lamparelli. Ai medici si aggiungono due infermieri, Luca Crisci e Rosaria Tramontano.
Il ruolo degli infermieri
I due infermieri sono indagati perché, secondo la Procura, avrebbero ritardato il trasferimento del paziente a Napoli il 7 aprile, sostenendo di non essere disponibili ad accompagnarlo in ambulanza.
Nella prima udienza, celebrata davanti al Gup Loredana Camerlengo, i difensori degli indagati hanno contestato la validità dell’autopsia, sostenendo che l’esame è stato svolto senza la presenza dei periti nominati dagli indagati, in violazione del diritto di difesa.
A questa obiezione ha replicato il pm Maria Colucci, spiegando che all’epoca dell’autopsia non c’erano ancora indagati nel fascicolo, che era iscritto a carico di ignoti. La Procura di Benevento, che ora coordina l’inchiesta con il sostituto procuratore Stefania Bianco, è pronta a confermare l’impianto accusatorio.
Le prossime tappe
Tra le posizioni difensive, spicca quella di Cosimo Mazzone, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Le difese sono affidate agli avvocati: Mario Chiusolo, Sergio Rando, Vincenzo Sguera, Gina Posillico e Raffaele Scarinzi. La vicenda, già seguita con attenzione dalla comunità di Cautano, promette di far luce su possibili falle nel sistema sanitario e sulla corretta gestione di emergenze cliniche che, se trattate tempestivamente, avrebbero potuto evitare la tragedia.