Cronaca Napoli, Napoli

Omicidio di Emanuele Durante, don Luigi Merola parla ai microfoni del TG1: “Non ho avuto il tempo di salvarlo”

napoli Emanuele Durante
Emanuele Durante
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Don Luigi Merola, il parroco da anni attivo nella lotta contro la camorra, ha parlato ai microfoni del Tg1 in relazione all’omicidio di Emanuele Durante, il 20enne ucciso sabato sera sotto gli occhi della fidanzata che era in auto con lui a Napoli: “Non ho avuto il tempo di salvarlo””.

Omicidio di Emanuele Durante, don Luigi Merola al TG1

Emanuele Durante, il ventenne ucciso sabato sera nel centro di Napoli davanti alla fidanzata, si era rivolto a don Luigi Merola in cerca di un futuro migliore. Il parroco, da anni attivo nella lotta contro la camorra con la sua Fondazione di recupero minorile ‘a Voce d”e Creature Onlus, ha sede nella storica “Villa di Bambù”, confiscata alla criminalità organizzata.

“Non abbiamo avuto neppure la possibilità di offrirgli un’alternativa, e sappiamo come è finita”, ha dichiarato don Luigi. “Non sprecate la vostra vita – ha esortato – perché la violenza non deve essere la via dei giovani. Chi entra nella criminalità organizzata non avrà mai un lungo cammino davanti a sé e porterà solo dolore e dispiacere alla propria famiglia e alla società”.

Nel frattempo, le indagini condotte dai carabinieri, sotto la supervisione della Dda di Napoli, proseguono. Si stanno esaminando le frequentazioni, i rapporti e le amicizie della vittima. Sono stati interrogati la ragazza che si trovava con lui in auto al momento dell’omicidio, oltre a familiari e conoscenti. Su TikTok si possono trovare numerosi post commemorativi da parte di amici, così come un’immagine del padre che lo ritrae sorridente davanti alla torta del suo ventesimo compleanno, festeggiato il primo marzo scorso.

La pista delle nuove generazioni della camorra

La linea di indagine principale seguita dagli investigatori riguarda il conflitto tra le nuove generazioni della camorra per il controllo delle piazze di spaccio, in particolare quelle legate al “delivery della droga” nei luoghi della movida, dove le consegne di stupefacenti avvengono rapidamente tramite chat. Tuttavia, non si escludono altre possibili motivazioni. “Era davvero necessario ucciderlo?”, si è chiesto un conoscente, commentando uno dei tanti post su TikTok.

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