La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro medici accusati della morte di Andrea Purgatori. Il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi, la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo e il cardiologo Guido Laudani avrebbero cagionato il decesso di Purgatori attraverso errori medici molto gravi, tra cui una diagnosi e una terapia sbagliate. L’udienza preliminare si terrà il 19 settembre.
Morte di Andrea Purgatori: chiesto il processo per quattro medici
Nonostate il suo tumore polmonare Purgatori aveva di fronte a sé una maggiore aspettativa di vita, troncata da «errori diagnostici» e superficialità inattese. Più nel dettaglio i medici in questione «con grave imperizia» credettero di individuare nella risonanza magnetica dell’8 maggio 2023 metastasi inesistenti da curare con una radioterapia superflua.
I pubblici ministeri accusano per primo Gianfranco Gualdi che «rappresentava con forza, sulla base dell’errata diagnosi di cui sopra, la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche …non solo causando la sottoposizione del paziente a inutile e debilitante terapia ma soprattutto determinando un serio sviamento dall’approccio diagnostico e terapeutico degli altri sanitari». Il giornalista, invece, già la presenza di «lesioni cerebrali di natura ischemica e di un quadro di embolizzazione pluriviscerale» che non venne trattata.
Andrea Purgatori si spense il 19 luglio 2023 per un’endocardite (infezione dei tessuti cardiaci) curabile. Di Biasi è anche accusato di falso perché «al fine di occultare l’errore diagnostico» descritto insisteva sulle inesistenti metastasi, mentre Laudani «ometteva di impostare un corretto percorso diagnostico» che permettesse di individuare le cause delle ischemie.