Ancora violente risse nella movida a Marcianise. Il Questore di Caserta, Antonio Borrelli, ha emesso cinque provvedimenti del cosiddetto Daspo Willy nei confronti di alcuni giovani responsabili di aver provocato una violenta rissa il 26 settembre scorso.
Marcianise: scatta il ‘Daspo Willy’ per cinque giovani
I cinque ragazzi dovranno rispettare il divieto di accesso agli esercizi pubblici e locali di pubblico intrattenimento, ristoranti, bar, caffè, pub, birrerie, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari, nonchè di stazionamento nelle immediate vicinanze dei medesimi, per l’intero territorio della provincia di Caserta e nella fascia oraria dalle 18.00 alle ore 06.00 per i prossimi 5 – 6 mesi.
Le indagini
La mirata attività investigativa svolta da personale del locale Commissariato ha consentito di identificare e denunciare per rissa i cinque giovani incensurati di Marcianise e comuni vicini. Per quegli stessi fatti, quindi, la divisione anticrimine della Questura ha avviato una rapida istruttoria a loro carico, volta all’adozione di misure di prevenzione atte a scongiurare per il futuro il ripetersi di simili episodi.
I cinque giovani colpiti dal provvedimento sarebbero noti in città per la loro natura violenta e per scatenare, senza alcun motivo, reazioni violente nei confronti di loro coetanei. La presenza e i controlli delle forze dell’ordine hanno dimostrato l’efficacia nell’individuare i responsabili.
Il Daspo Willy
Il Daspo Willy fa parte dei decreti sicurezza varati dal Governo lo scorso anno per frenare la cosiddetta movida violenta soprattutto dopo il tragico omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne pestato a morte a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020. Il daspo consiste nel divieto di accesso ai locali di intrattenimento e ai pubblici esercizi per i protagonisti di disordini o atti violenza e a soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Fonte: Il Mattino