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28 marzo 1994: Silvio Berlusconi vince le elezioni, si dà il via al “nuovo ventennio”

Percorriamo insieme la storia dell'ingresso in politica di Silvio Berlusconi, noto anche come «discesa in campo»

Il voto anticipato del 27 – 28 marzo 1994 per la XII legislatura segna una tappa decisiva di quella transizione, ovvero il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, ha segnato per sempre la storia della politica italiana. Per la prima volta dal 1948 si sovverte il sistema e il cambiamento verrà sancito dalla vittoria di Silvio Berlusconi.

28 marzo 1994: trionfa Silvio Berlusconi, si entra così nel “nuovo ventennio”

Il 28 marzo del 1994, l’imprenditore Silvio Berlusconi vince le elezioni politiche italiane, sorprendendo il mondo intero, dando così il via a quel periodo conosciuto da tutti come il “nuovo ventennio”.


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«Un milione di posti di lavoro» è stato questo lo slogan che ha fatto parte della mirabolante campagna elettorale del Cavaliere, industriale italiano che, in seguito, vince facendo innamorare piazze e telespettatori per moltissimo tempo.

Fatti antecedenti

Per comprendere questo periodo, bisogna andare un po’ indietro nei ricordi, ovvero alle prime elezioni della Seconda Repubblica, la prima dopo il disastroso scandalo di Tangentopoli, nonché senza i due partiti che avevano dominato la politica della Penisola fin dal Dopoguerra: il Partito Comunista d’Italia e la Democrazia Cristiana.


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Il “Mattarellum” prende il nome dall’allora deputato DC, Sergio Mattarella.

Siamo dinnanzi alle elezioni con il “Mattarellum”, legge elettorale prevalentemente maggioritaria e cambiata per la prima volta dopo quasi 50 anni di proporzionale, le prime in cui si presentarono due “candidati presidenti del Consiglio” e le prime in cui i capi delle due coalizioni si affrontarono in un confronto televisivo all’americana, nonché le prime dove la tv ha avuto un ruolo di primo piano.

Forza Italia

Il 26 gennaio, Berlusconi annuncia in un video-messaggio fatto recapitare alle principali redazioni dei telegiornali, la sua discesa in campo alla guida di una nuova formazione di centro-destra, Forza Italia.


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Il nuovo soggetto politico raccoglie sin da subito consensi da varie correnti orfane del vecchio Pentapartito, in particolare democristianiliberali e socialisti fedeli all’ex segretario Bettino Craxi, oltre che da personalità provenienti dalla Fininvest, l’azienda leader nell’emittenza televisiva privata fondata dallo stesso Berlusconi.

Progressisti – Patto – Polo

Grazie al meccanismo del “Mattarellum”, che premia le coalizioni a sostegno dei singoli candidati nei collegi uninominali, si costituiscono in breve tempo tre distinte coalizioni. I Progressisti, la “gioiosa macchina da guerra” guidata da Achille Occhetto e composta da Partito Democratico della Sinistra, Rifondazione Comunista, Verdi e socialisti.


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Le principali coalizioni politiche che sono scese in campi alle elezioni del ’94.

Il Patto per l’Italiarassemblement di centro tra il Partito Popolare Italiano e la Lista di Mario Segni. A destra Forza Italia stringe accordi con la Lega Nord di Umberto Bossi nei collegi settentrionali e con l’MSI-Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini in quelli del centro-sud, dando vita rispettivamente al Polo delle Libertà e al Polo del Buon Governo.

La televisione

La centralità della televisione monopolizza il racconto della campagna: talk show, programmi di approfondimento, rubriche e telegiornali affollano i palinsesti come mai in precedenza, coinvolgendo in prima linea i protagonisti del piccolo schermo.


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Ambra Angiolini in una puntata di “Non è la Rai”.

Diverse star, in particolare delle reti Fininvest, come Mike Bongiorno, Raimondo Vianello, Iva Zanicchi, lanciano appelli al voto durante i rispettivi programmi. Ambra Angiolini a “Non è la Rai” arriva a dichiarare: «Il Padreterno tifa per Forza Italia, mentre il Diavolo, si sa, tiene per Occhetto».

A ciò si aggiunge un uso significativo degli spot elettorali, dei sondaggi di opinione e di innovative tecniche di marketing che trovano applicazione anche all’interno delle strategie dei partiti. Gli effetti sul voto sono dirompenti.

Le elezioni

Nella quota maggioritaria – pari al 75% dei seggi – il centro-destra si afferma in larga parte dei collegi uninominali del nord, del centro-sud – in particolare Lazio, Campania e Abruzzo – e delle isole, per un totale di 302 collegi (su 475).


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Il celeberrimo confronto politico all’americana tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto, moderato da un giovanissimo Enrico Mentana.

D’altro canto i Progressisti (in rosso) conquistano “soltanto” 164 collegi, buona parte dei quali nelle “roccaforti rosse” del centro e in alcune regioni del Sud Italia, come Puglia, Basilicata e Calabria.

Il trionfo di Berlusconi

Il risultato di tutte queste “prime volte” fu un voto che rappresentò uno spartiacque e lasciò un segno profondo sul ventennio successivo, dando inizio all’epoca dominata, politicamente e culturalmente, dal vincitore di quella sera, Silvio Berlusconi.


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Silvio Berlusconi a maggio del 1994.

Il Cavaliere è stato bravissimo a comprendere cosa andava detto e fatto, per questa semplice ragione ha fatto innamorare di sé gli italiani, i suoi principali detrattori gli hanno sempre imputato il culto della personalità, un ego smisurato ed uno scarso amore per la cultura. Tuttavia, ancora oggi, sono in tanti gli italiani che vedono in lui un leader ineguagliabile.

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